Politica

OCTOPUS: l’arte del potere

In una inchiesta giornalistica che ho seguito un paio di mesi fa era emerso il nome di Edwin Paul Wilson, un ufficiale della CIA e dell’Office Naval Intelligence operativo in Italia che fu condannato in America nel 1983 per aver trattato operazioni sporche non autorizzate dal Congresso in compagnia anche degli italiani.

Questo nome mi ha portato alla storia di Danny Casolaro un giornalista freelance che ha pagato con la vita l’aver scavato a fondo e ricostruito gli schemi dei giochi di potere che nessuno doveva, deve e dovrà conoscere. Lo stesso prezzo che sta pagando Julian Assange, dimenticato in un carcere di massima sicurezza inglese: l’aver rivelato gli orrori che si consumavano e si continuano a consumare a nostra insaputa sulla pelle di esseri umani inermi in nome del potere.

Questa è la parte finale del prologo scritto da Danny Casolaro per quel libro che non riuscì a scrivere perché morì in una stanza dell’albergo Sheraton di Martinsburg, West Virginia il 10 agosto 1991, aveva 43 anni, lo trovarono immerso nella vasca da bagno con 8 tagli sul polso sinistro e 4 sul destro, un taglio era così profondo che la lama aveva reciso un tendine, il tutto corredato da un biglietto d’addio, la polizia concluse che si trattava di suicidio. Nessuno ci ha mai creduto!   

(…) Il possesso di un segreto non è garanzia della sua veridicità e se queste informazioni sono degne di nota sono realizzate con dettagli non documentabili che rendono gli sforzi giornalistici tradizionali impossibili. È per questa ragione che OCTOPUS è sottotitolato “Un racconto di criminalità vera”.Propongo un libro che racconta la storia senza tempo di cupidigia, invidia, paura e odio, quello che gli uomini semplici hanno sempre saputo essere il vero nemico, ossia l’egoismo.È questo il segreto del Tempio, continui a fare domande, poco per volta le risposte e i tasselli si incastreranno.
Cordialmente
Danny

 Una settimana prima della sua morte, Danny disse a suo fratello Tony di aver ricevuto frequenti minacce di morte e che se fosse morto, non avrebbe dovuto credere che fosse stato un incidente. L'8 agosto 1991 arrivò a Martinsburg con diverse valigette, con l'intenzione di incontrare gli informatori e concludere le sue indagini. Sosteneva di aver monitorato le finanze di "The Octopus" e credeva che uno dei suoi nuovi contatti avrebbe fornito nuove prove. Alcuni di essi includerebbero le stampe dell'IRS di determinati individui. 

Il giorno prima della sua morte, Danny incontrò un'altra fonte, William Turner, che era un ex dipendente di un importante appaltatore della difesa. Si ipotizza che gli avesse consegnato documenti che descrivono la corruzione che il giornalista sospettava fortemente fosse legata a "The Octopus". Il giorno successivo era morto e il documento di Turner era scomparso, insieme al resto delle carte di Danny.

Per ragioni sconosciute, la sua famiglia non fu informata della sua morte per due giorni.  Quando Tony Casolaro contattò la polizia e chiese notizie dei documenti dell’indagine condotta per un intero anno che includevano centinaia di note che suo fratello aveva con sé, la polizia non ne sapeva nulla. Non sono mai stati ritrovati.  

Dopo mesi di indagini, Danny aveva scoperto una rete di funzionari statunitensi corrotti, membri della criminalità organizzata e agenti dell'intelligence che operavano in tutto il mondo, pazientemente stava rintracciando le connessioni. Aveva chiamato la rete "The Octopus". Affermò che la rete era dietro diversi scandali degli anni '80, tra cui lo scandalo Iran-Contra, lo scandalo BCCI, l'affare BNL e l'October Surprise.  Ma per arrivare a conoscere questi fatti aveva dovuto incontrare molti personaggi pericolosi. Si era affacciato nell’abisso e, alla fine, l’abisso lo aveva risucchiato.

Questa è la fine, ma come iniziò la storia?

La tragica conclusione della vita di questo coraggioso ed onesto giornalista d’inchiesta è legata alle vicende giudiziarie della società di software “Inslaw” di proprietà di Bill e Nancy Hamilton che idearono un programma straordinariamente avanzato per quei tempi (1983) denominato “Promise” che rappresentava lo strumento amministrativo chiave per tutti gli uffici a livello nazionale del Dipartimento di Polizia, del Dipartimento della Giustizia, Tribunali, inoltre aveva ricevuto incarichi per vari altri uffici compresa la CIA. Per il primo anno tutto funzionò bene invece durante il secondo il programma parve “disintegrarsi”, il Dipartimento di Giustizia iniziò a trattenere i pagamenti alla società fornitrice mettendola in serie difficoltà. Successivamente Bill Hamilton ricevette telefonicamente una proposta di acquisto della sua azienda da parte di una società connessa al Dipartimento di Giustizia che rifiutò, l’interlocutore gli rispose che avevano “(..) i loro metodi per far sì che vendesse”.

Ebbe inizio una disputa legale che durò 12 anni durante i quali emersero una serie di fatti estremamente discutibili e illegali sull’uso che il governo stava facendo del file sorgente del “Promise”.

Per i proprietari dell’Inslaw la vicenda più sconcertante fu ricevere una lettera dal governo canadese che chiedeva le istruzioni del “Promise” in francese: gli  Hemilton scoprirono che il governo canadese aveva acquisito il "Promise", sapendo bene che nessuno poteva venderlo se non l’Islaw e la società non l’aveva fatto.

Risultò che, a loro insaputa, era stato utilizzato il file sorgente per elaborare un programma venduto a varie intelligence straniere (comprese quelle degli alleati europei) che conteneva un “cavallo di Troia” che trasmetteva all’intelligence americana tutti i dati sensibili dei vari Paesi che lo avevano installato: gli americani ci spiavano.

Successivamente nella storia entrò un nuovo e strano personaggio, Micheal Riconosciuto, che, a suo dire, aveva collaborato con la CIA in numerosi progetti segreti, che le persone coinvolte in tali operazioni in Sud America e Medio Oriente avevano distribuito “Promise” e che il denaro ricavato dalla vendita era stato utilizzato per finanziare altre operazioni segrete, tenute nascoste al Congresso.

Nell'agosto 1989, lo scandalo Inslaw divenne noto al Congresso e la Commissione Giustizia della Camera aprì un'inchiesta formale.

Riconosciuto, dopo qualche giorno dalla sua deposizione giurata, veniva arrestato da agenti del Dipartimento della Giustizia con l’accusa di traffico di stupefacenti.

Il giornalista Casolaro fu incaricato di intervistare Bill e Nancy Hamilton nel 1990, all’inizio non era molto interessato, con il tempo e gli approfondimenti iniziò per lui un periodo intenso di ricerca che assorbiva molte delle sue energie. Più progrediva, tra mille difficoltà e la consapevolezza dei rischi che stava correndo incontrando personaggi inquietanti che appartenevano ad un mondo oscuro ed insidioso, più veniva attratto dalla ricerca della verità. 

Mi ha colpito profondamente una frase pronunciata da un personaggio che viveva quotidianamente immerso in quell’oscurità perché nella mia vita ho incontrato alcuni personaggi contaminati da quella mentalità. Quando si opera per il potere si è fuori da ogni regola, non vi sono leggi né umane né morali alle quali fare riferimento; la logica del potere non comprende la realtà nella quale vive ed opera l’essere umano comune, né vuole rispettare la sua dignità e la sua individualità. Sono anime morte che decidono i destini di intere popolazioni senza provare alcun sentimento. È un mondo per i morti non per i vivi. 

È interessante approfondire l’argomento analizzando i vari scandali pubblici che sono venuti alla luce durante la ricerca di Casolaro che hanno inciso direttamente o indirettamente nella vita di molti innocenti: la sana informazione non è un bene di consumo ma è una linfa vitale che circolando nella nostra mentre nutre e fa crescere la nostra coscienza civile. 

Chi usa la sana informazione come un oggetto di consumo rende inutile il sacrificio di molti individui che lottano per la verità e la giustizia; non ci si deve informare solo per soddisfare la nostra curiosità o interessi particolari, ma per acquisire conoscenza del sé e autocoscienza al fine di divenire parte attiva nelle scelte personali e nella vita di relazione. 

Emerge l’insidia del l’uso distorto del sistema informatico che sta influenzando la vita di relazione, le scelte politiche, la cultura, l’economia. Guai a chi si addormenta.

Autore Lucia Pomponi
Categoria Politica
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