Domenica: le ultime dal fronte di guerra nella Siria del nord
Proseguono i bombardamenti dell'esercito turco contro le città del nord della Siria, nella più completa indifferenza delle cosiddette democrazie occidentali che non hanno neppure ipotizzato la chiusura degli spazi aerei nella regione per impedire alla Turchia, perlomeno, di utilizzare la propria aviazione.
Nonostante le dichiarazioni della propaganda di Ankara, le Forze Democratiche della Siria (FDS) continuano ad essere presenti nelle città di Tal Abyad e Ras al-Ain difendendo metro per metro le loro posizioni, mentre anche Kobane adesso è sottoposta a pesanti bombardamenti.
Domenica, in mattinata, la Turchia ha bombardato il campo di Ain Issa (immagine in alto) che ospita membri appartenenti allo Stato Islamico e i loro familiari, numerosi dei quali sono riusciti a fuggire.
L'Amministrazione Autonoma della Siria del nord, che ha quantificato in 785 i jihadisti fuggiti, a fronte di questo scenario chiede al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, alla coalizione internazionale, alla Lega Araba e all'Unione Europea di agire immediatamente per evitare un nuovo rafforzamento dell'Isis.
Come risposta, le forze americane presenti nell'area si sono ritirate!
Nel pomeriggio di oggi, l'aviazione turca ha poi attaccato un convoglio di civili di cui facevano parte anche giornalisti francesi e brasiliani. Il convoglio era diretto da Qamişlo a Serêkaniyê ed era scortato dalle YPG. Ci sono morti e feriti. Le persone ferite sono state ricoverate negli ospedali di Qamişlo, Hesekê, Til Temir e Amûdê.
Il bilancio dell'attacco è, al momento, di 11 morti e 74 feriti, tutti civili. Tra le vittime ci sarebbero anche dei giornalisti, anche se la notizia non è stata ancora confermata.
Secondo il corrispondente dell'agenzia ANF, Ersin Çaksu - tra i membri del convoglio e rimasto anch'egli ferito nell'attacco aereo - i turchi erano stati informati della presenza del convoglio e della sua composizione.
Secondo quanto riferito da Reuters, Ahmed Suleiman, membro anziano del Partito democratico progressista curdo in Siria, ha informato dell'esistenza di colloqui tra rappresentanti del governo siriano e rappresentanti dell'FDS. Colloqui a cui ha partecipato anche una delegazione russa.
Il portavoce dell'FDS, Mustafa Bali, si è rifiutato di commentare la notizia, dichiarando, però che "studieremo tutte le opzioni che potranno risparmiare al nostro popolo una pulizia etnica".
Sempre Reuters fa sapere che una fonte vicina al governo siriano avrebbe confermato tali colloqui che si sono svolti sia prima che dopo l'invasione della Siria del nord da parte della Turchia.
In serata, l'Ansa ha poi riferito che la tv di Stato siriana, senza fornire dettagli, ha dato la notizia di truppe del governo siriano che hanno iniziato ad avanzare verso il nord del Paese "nell'ambito dell'accordo tra i curdi e Damasco per respingere l'offensiva della Turchia".
La destinazione delle truppe di Assad sarebbe quella rappresentata da Manbij e Kobane (da oggi sotto bombardamento dell'aviazione siriana), due città considerate dal governo siriano strategiche per la sicurezza del proprio Stato, situate a ovest e a est dell'Eufrate.
Il conflitto si allarga e la Turchia appare sempre più isolata, considerando che le forze di Assad hanno iniziato a muoversi anche con il consenso di Putin.