Mentre è in corso quello che potrebbe essere l'ultimo scambio di prigionieri tra quelli trattenuti a Gaza e quelli trattenuti nelle carceri israeliane, è ancora da capire se la tregua possa o meno essere prolungata anche per i prossimi giorni.

Uno dei criminali di guerra di questo conflitto, l'ormai celebre "animale umano" Yoav Gallant, via social, ha dichiarato che le forze israeliane di aria, di terra e di mare [ricorda qualcuno, ndr] sono pronte a riprendere i combattimenti. Gallant ha anche affermato che Israele sta facendo ogni sforzo per utilizzare l'attuale tregua per garantire il ritorno di tutti i prigionieri detenuti a Gaza.

Il Ministero degli Affari Esteri del Qatar ha detto che tre aerei che trasportavano 180 tonnellate di aiuti sono atterrati a El Arish in Egitto, da dove saranno consegnati alla Striscia di Gaza. Moti i Paesi che hanno annunciato e annunciano aiuti umanitari. Ma nel caso riprendessero a pieno regime i bombardamenti, come potrebbero essere consegnati quegli aiuti?

I criminali di guerra dell'attuale governo israeliano, oltre ad assassinare i civili palestinesi con le bombe, hanno provveduto a farlo anche negando loro i beni di prima necessità, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato da parte sua di avere riscontrato un massiccio aumento di alcune malattie contagiose, tra cui 45 volte più casi del solito di diarrea tra i bambini piccoli.

Per tale motivo, questa mattina, il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha condiviso su X i dettagli sul numero di casi di malattie a Gaza: infezioni respiratorie acute 111mila casi, scabbia 12mila, pediculosi 11mila, diarrea 75mila, eruzione cutanea 24mila, impetigine 2.500, varicella 2.500, ittero 1.100. 

"Date le condizioni di vita e la mancanza di assistenza sanitaria, potrebbero morire più persone per malattie che per bombardamenti", ha denunciato Ghebreyesus.

A Gaza ci sono oltre un milione e mezzo di sfollati, circa 1,7 milioni, che versano in condizioni preoccupanti per la scarsità di acqua, cibo e farmaci. Inoltre, c'è un'emergenza sovraffollamento e ci sono gravissime carenze igieniche. L'attuale tregua ha permesso a circa 200 tir al giorno, che trasportavano aiuti umanitari, di entrare nella Striscia. Normalmente, però, prima del conflitto ne entravano circa 500!



Immagine in alto: Un'artista israeliana rinuncia alla cittadinanza dopo il conflitto a Gaza