Impronte digitali per i lavoratori pubblici
La pubblica amministrazione inasprisce il contrasto ai furbetti del cartellino annunciando di inserire l'uso delle impronte digitali contro l’assenteismo e subito insorgono i sindacati. Leggiamo cosa ha detto al Corriere il ministro Giulia Bongiorno.
Ispezioni a sorpresa e impronte digitali contro i furbetti del cartellino, valutazioni degli utenti contro i raccomandati, leggi "più chiare e liberali" contro i corrotti, cambio di rotta per la riforma del Corpo forestale e lavoro più agile per le donne: intervistata dal Corriere della Sera, la titolare della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno annuncia un "cambio di passo".
Il primo atto saranno "sopralluoghi a sorpresa, ma nulla di punitivo. Ispezioni a campione con pool di esperti: i nostri ispettori e specialisti di modelli organizzativi", afferma Bongiorno. "Se troverò disservizi causati da difficoltà oggettive aiuteremo a colmare le lacune. Ma se emergessero inerzie saremo inflessibili".
L'assenteismo, prosegue il ministro, "è un fenomeno odioso", contro cui serve anche la prevenzione "con rilevazioni biometriche per evitare che ci sia chi strisci il tesserino per altri". Nel prendere le impronte digitali, dice, non c'è nulla di male: "A me alla Camera le hanno prese quando c'erano i 'pianisti'. E non sono rimasta traumatizzata".
Ormai forniamo le nostre impronte digitali per sbloccare l’iphone, per entrare in banca, mentre in alcuni luoghi di lavoro si utilizza già il controllo dell'iride. Quindi, cosa perché parlare di abuso se qualcuno, vuole rendere obbligatorio anche nei posti pubblici l'uso delle impronte digitali?
Con la legge Madia ci sono stati molti casi di allontanamento dal posto di lavoro, con persone che timbravano, uscivano e andavano al mare, senza dimenticare che i casi più frequenti erano rappresentati da coloro che andavano a fare un secondo lavoro!
Perché dovrebbe essere sbagliato che lo Stato tuteli quei lavoratori che invece si impegnano e fanno il proprio dovere?