A cura di Ufficio Stampa Sorgente

Conservare le cellule staminali del cordone ombelicale è molto importante. Perché? E come vengono conservate?

Le staminali cordonali sono estremamente preziose, poiché racchiudono un grande potenziale terapeutico: sono sempre di più, infatti, le ricerche che tentano di impiegare queste cellule nello studio di nuove terapie per il trattamento di patologie ad oggi incurabili. L’utilità terapeutica delle staminali cordonali è stata riconosciuta anche dal Ministero della Salute italiano nel decreto legislativo del 18 novembre 2009. In questo decreto sono elencate oltre ottanta patologie trattabili con le staminali del cordone.

Come vengono conservate queste cellule? Facciamo il punto.

La conservazione del sangue cordonale, contenente le staminali, avviene presso apposite strutture chiamate biobanche. Una biobanca è una struttura dedicata alla conservazione di campioni biologici umani, tra cui il sangue del cordone ombelicale. Questi campioni sono crioconservati per anni e utilizzabili in qualunque momento in caso di necessità, a scopo terapeutico. 

Le biobanche devono rispettare rigorosi standard di qualità e seguire scrupolosamente una serie di procedure stabilite, che permettono la corretta conservazione dei campioni e il loro utilizzo in trapianti.

Quando un campione di sangue del cordone ombelicale arriva presso una biobanca, viene sottoposto a una serie di step fondamentali che ne garantiscono la corretta conservazione.

Il campione arriva al laboratorio di ricezione: qui la sacca contenente il sangue viene registrata sul database della biobanca (mediante anche l’utilizzo di un codice a barre) e vengono riportate tutte le informazioni come il nome del donatore, la data di arrivo e il volume del campione.  Successivamente, il sangue cordonale viene portato al laboratorio di ematologia, dove i biologi eseguono dei test su una piccola aliquota di sangue prelevata dalla sacca. Queste analisi permetteranno di verificare la qualità del sangue e di rilevare la presenza di malattie infettive (come epatite B o C), il gruppo sanguigno del bambino e verranno contate le cellule nucleate, comprese le staminali. 

Il sangue del cordone ombelicale viene poi processato in una stanza in totale sterilità, per evitare contaminazioni, e sottoposto a ulteriori test di qualità. Al termine delle analisi, il sangue viene inserito in una sacca destinata alla crioconservazione. Questa sacca contiene un agente crioprotettivo che protegge le cellule durante il processo di congelamento. La crioconservazione avviene all’interno di biocontainers tramite azoto, il più delle volte in forma gassosa. Il campione viene conservato a -196° C.

Studi scientifici hanno dimostrato che un campione di sangue cordonale può essere crioconservato per oltre 24 anni. Le staminali in esso contenute mantengono inalterate capacità proliferative e differenziative e possono essere usate a scopi terapeutici in trapianti.

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Fonti:

1. Decreto ministeriale 18 novembre 2009

2. Broxmeyer, H.E. et al. Hematopoietic stem/progenitor cells, generation of induced pluripotent stem cells, and isolation of endothelial progenitors from 21- to 23.5-year cryopreserved cord blood. Blood. 117:47734777.