"I valori fondamentali della nazione... la nostra stessa democrazia, tutto ciò che ha reso l'America America, è in gioco". È sulla base di queste motivazioni, da lui espresse in un video, che l'ex vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato, ponendo fine a mesi di speculazioni, di partecipare alla corsa per le presidenziali nel 2020.

La sua candidatura va ad aggiungersi a quella di 19 altri concorrenti del campo democratico che comprendo, tra gli altri, i senatori Elizabeth Warren, Kamala Harris e Bernie Sanders.

Joseph Robinette Biden Jr, nato a Scranton, in Pennsylvania, 76 anni da una famiglia irlandese, nel 1972 fu eletto al Senato degli Stati Uniti all'età di 29 anni.

Biden si era già candidato alle elezioni del 1988, ma si è ritirato dopo aver ammesso di aver copiato un discorso di Neil Kinnock, il leader del partito laburista nel Regno Unito. Venti anni dopo, nel 2008, Biden tenta ancora una volta di diventare presidente, ma "sbatte" contro il consenso di Obama di cui però accetta di essere il vice.


E l'ex presidente Obama come ha accolto la notizia? In base a quanto riportato da un un portavoce Obama avrebbe detto che scegliere Biden come vice "è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso" grazie al legame che i due avevano forgiato. Ma da parte di Obama un sostegno nei suoi confronti non vi è stato, proprio per evitare di condizionare l'esito delle primarie.

Una fonte familiare con il pensiero di Obama ha detto che l'ex presidente credeva che "una solida base nel 2007 e nel 2008 non solo lo rendesse un candidato alle elezioni generali migliore, ma anche un presidente migliore".

Potrà Biden essere il candidato in grado di recuperare i consensi dei democratici negli Stati del mid-west? Impossibile dirlo adesso. Di certo la sua candidatura non può essere fin d'ora considerata marginale, come tra l'altro dimostra la sequela di tweet e retweet con cui è stata accolta da Trump.