Dopo che la Camera dei Rappresentanti - dove i repubblicani hanno la maggioranza fino al prossimo 3 gennaio, data in cui entreranno in carica i parlamentari eletti lo scorso novembre  - aveva accettato di approvare l'inclusione nel bilancio federale del provvedimento voluto da Trump del valore di oltre 5 miliardi di dollari per la costruzione del muro con il Messico, il Senato si è opposto, indicando in soli 1,3 miliardi di dollari le risorse necessarie alla protezione e al controllo del confine meridionale degli Stati Uniti.

La mediazione tra i senatori democratici, quelli repubblicani e i membri dello staff dell'amministrazione Trump che ha avuto luogo venerdì, prima che scattasse lo "shutdown", non ha avuto esito. Pertanto, una parte delle attività pubbliche che dovevano essere rifinanziate non hanno più coperture e saranno chiuse.

Circa tre quarti dei programmi del governo federale sono comunque finanziati fino al 30 settembre del prossimo anno, però il finanziamento per tutti gli altri programmi - che interessano anche i dipartimenti della Sicurezza interna, della Giustizia e dell'Agricoltura - è scaduto allo scoccare della scorsa mezzanotte.

Queste le conseguenze. Chiuderanno i parchi federali e più di 400mila impiegati il cui lavoro è considerato essenziale continueranno a lavorare senza venire retribuiti,  fino a quando Congresso e Presidente non troveranno un accordo. Altri 380.000 saranno invece mandati a casa, in congedo temporaneo, finché un accordo non verrà trovato.

Le attività delle forze dell'ordine, delle pattuglie di confine, del servizio postale e quelle delle operazioni aeroportuali sono comunque assicurate.

Adesso non resta che vedere chi, in questo braccio di ferro voluto da Trump, sarà il primo a cedere.