Economia

I ministri Speranza e Orlando hanno incontrato le part sociali su protocolli Covid e Green pass

Venerdì, le parti sociali hanno incontrato il Ministro della salute Speranza ed il Ministro del lavoro Orlando con le parti sociali per parlare di protocolli Covid e Green pass nei luoghi di lavoro... a decisioni ormai prese!

Questi i commenti delle parti sociali.


Maurizio Landini, segretario generale della Cgil:La scorsa settimana abbiamo incontrato il presidente del Consiglio, oggi – grazie alla convocazione dei ministri Orlando e Speranza, abbiamo l'opportunità di confrontarci, di ascoltare anche i punti di vista delle tante associazioni di impresa con le quali, in questo anno e mezzo, abbiamo gestito una situazione molto difficile: garantire la salute dei lavoratori e delle lavoratrici nei luoghi di lavoro nella pandemia.A questo proposito voglio sottolineare il valore dei Protocolli alla sicurezza che abbiamo realizzato. Sono stati un fatto molto importante, penso abbiano funzionato. Può essere utile oggi, a distanza di un po' di tempo, fare una verifica sul loro funzionamento. Soprattutto dovremmo verificare regione per regione come sono stati applicati: è possibile, infatti, che le note differenze tra Regioni abbiano pesato anche nell'applicazione dei Protocolli.In ogni caso, ritengo che proprio quei Protocolli abbiano consentito di continuare a lavorare in sicurezza e che i risultati ottenuti siano davvero positivi. Sono convinto che questo successo sia dovuto a diversi fattori. Innanzitutto perché, grazie a quanto previsto, nei singoli luoghi di lavoro e nei territori sono stati coinvolti diversi soggetto nel prevedere – all'interno dei perimetri dei protocolli – le procedure da attuare nelle singole aziende.Insomma spesso, per garantire la sicurezza, si è provveduto a riorganizzare il lavoro, e lo si è fatto insieme, dal rappresentante della sicurezza ai medici competenti, ai delegati. Distanziamenti, mascherine e dispositivi di sicurezza individuale, sanificazioni, ma anche orari, uso del lavoro a distanza sono stati tutti strumenti che hanno permesso di affrontare la situazione determinata dalla pandemia. Ragionare su come si organizza il lavoro in sicurezza e farlo assieme. Questa è stata la scommessa vinta.E tutto questo lo dobbiamo rivendicare e riaffermare. Perché qualsiasi decisione prenderà il governo rispetto alle vaccinazioni e al Green Pass, i Protocolli per la sicurezza rimangono e rimarranno uno strumento imprescindibile per contrastare efficacemente il Covid. Dobbiamo fare in modo che tutti i cittadini e le cittadine si vaccinino, l'utilizzo del passaporto vaccinale può estere esteso ancor di più, ma dovremo continuare ad usare le mascherine, a sanificare ambienti e mani. Gli esperti, non a caso, ci spiegano che anche chi come me è vaccinato può contagiarsi e contagiareAllora occorre non abbassare la guardia, tanto più che mi pare la valutazione positiva sul funzionamento dei Protocolli sia condivisa. Oggi si discute di come continuare a garantire salute e sicurezza in una fase diversa della pandemia, nella stagione dei vaccini. Proprio per le cose fin qui dette, se il governo ha valide ragioni, sulla base di dati tecnici e scientifici, per rendere obbligatorio l'esibizione del green pass anche nei luoghi di lavoro, riteniamo debba assumersi la responsabilità di fare un provvedimento legislativo.Lo dico in modo molto esplicito: sono contrario al fatto che un tema di questa natura venga regolato attraverso un accordo tra le parti. Non penso che un aggiornamento dei Protocolli possa sostituirsi ad un provvedimento legislativo. Aggiungo: qualora il governo dovesse valutare di predisporre una norma in questo senso, non dovrà prevedere provvedimenti che comprendano né demansionamenti, né riduzione del salario, né tanto meno licenziamenti. Questioni che non hanno nulla a che vedere con la salute e la sicurezza sul lavoro. Così come, se si arriverà all'obbligo del passaporto verde per accedere ai luoghi di lavoro, che significa vaccino o tampone ogni due giorni, il tampone non può essere a carico dei lavoratori e delle lavoratrici.In ogni caso, proprio perché l'obiettivo deve essere quello di puntare al fatto che tutte le persone, non solo nei luoghi di lavoro ma anche fuori, si vaccinino, credo sarebbe importante avere un quadro preciso di quella che è la situazione, per capire quali sono le azioni da mettere in campo per raggiungere l'obiettivo: quanti sono vaccinati per classi di età, per collocazione regionali, eccetera.Infine, penso che sarebbe molto importante che chi ha firmato i Protocolli sulla sicurezza ragionasse, e ragionassimo tutti insieme, ad una campagna di informazione da condurre dentro e fuori i luoghi di lavoro. L'obiettivo è convincere le persone che ancora non l'hanno fatto a vaccinarsi, e allo stesso tempo valutare come ha funzionato.


Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl:
È un grave errore aver deciso senza il necessario ed approfondito confronto con il sindacato. Devono tornare indietro come abbiamo ribadito ieri al Governo. Avevamo detto al Presidente Draghi con chiarezza che estendere il green pass nei luoghi di lavoro non poteva essere un espediente per imporre di fatto l'obbligatorietà del vaccino. Si rischia ora di aprire una fase di conflitti e di ricorsi di cui francamente non abbiamo bisogno. Serviva e servirà una norma di legge per obbligare le persone a vaccinarsi.


PierPaolo Bombardieri, segretario generale della Uil:“Stiamo trattando due temi delicati entrambi garantiti dalla Costituzione: il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Abbiamo apprezzato la scelta del Green pass per i grandi eventi e per il tempo libero. Altro ragionamento, però, occorre fare quando si parla di lavoro”,

ha detto il Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, nel corso dell'incontro, che si è svolto ieri pomeriggio tra le parti sociali e i ministri Orlando e Speranza, sul tema Green pass e luoghi di lavoro. “Bisogna ricordare alle aziende - ha proseguito Bombardieri - che il Protocollo sulla sicurezza andrebbe applicato anche se fosse emanato un provvedimento per utilizzare il Green pass al loro interno: le aziende non possono pensare di risparmiare sui costi per la sicurezza. L'applicazione del Protocollo è comunque indispensabile e tutte le misure di sicurezza vanno mantenute. Peraltro, per modificare quell'accordo, poiché è stato recepito da una legge, servirebbe un altro provvedimento legislativo. Siamo disponibili al confronto e anche a un miglioramento dell'intesa - ha sottolineato Bombardieri - ma non saremo mai disponibili ad accettare che il Green pass venga utilizzato in modo surrettizio per cambiare mansioni, per licenziare o per fare modifiche dell'organizzazione del lavoro, magari destinando ambienti ai vaccinati e altri ai non vaccinati”.


Unione Sindacale di Base:

USB ha ribadito che i provvedimenti del Governo, come il Protocollo sulle misure anti-Covid sottoscritti dagli altri sindacati sono misure che non contrastano la pandemia ma servono a garantire gli interessi delle imprese e a scaricare sulle lavoratrici e lavoratori le responsabilità e le mancanze del governo su scuola, trasporti e sanità, lo stesso PNRR targato UE poco o nulla prevede su questi nodi.

L'accesso al vaccino è un diritto, ma le vaccinazioni non possono diventare la soluzione sostitutiva di tutte quelle norme e degli investimenti necessari per garantire salute e diritti sociali. L'adozione del green pass nella scuola è la riprova di questa logica sbagliata: nulla si è fatto per mettere in sicurezza la didattica in presenza e ora con l'obbligo del green pass si consentono ulteriori deroghe come quella sul distanziamento, sotto la minaccia delle sospensioni.

Gli stessi protocolli covid sono serviti come “scudo” per le imprese, per derogare alle necessarie misure di sicurezza nei luoghi di lavoro. La Confindustria che aveva chiesto e ottenuto il non adeguamento dei documenti di valutazione rischi (DVR) per emergenza covid, oggi chiede di poter sospendere i lavoratori senza stipendio a seconda del possesso del green pass o della vaccinazione. Questo significa “convivere con il virus”: garantire ad ogni costo la produzione e i profitti, abbassare i costi delle misure anticovid e aggirare le norme sulla privacy.

Ma non esiste solo il covid: per USB sul tema della salute e sicurezza bisogna intervenire decisamente sul Testo Unico, alla luce del continuo massacro nei luoghi di lavoro, introdurre il reato di omicidio sul lavoro, rendere il medico competente sganciato dal datore di lavoro; aumentare il numero ed il potere delle verifiche e ispezioni, certificare la qualità della valutazione dei rischi e l'efficacia delle misure di prevenzione adottate dalle aziende. Gli stessi recenti infortuni mortali di Luana e Laila rendono necessarie norme per rendere impossibile la manomissione dei dispositivi di sicurezza delle macchine.

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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