Roma Pride. Gravissimo il patrocinio della Regione Lazio: è appoggio a utero in affitto e gender, Rocca lo ritiri«Mentre in Parlamento il centrodestra propone di rendere l'utero in affitto un reato universale, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca concede il patrocinio al Gay Pride che vuole legalizzare la "maternità surrogata".Ci chiediamo se il centrodestra non sia in preda ad una schizofrenia perché il documento politico del Pride, al quale è stato dato il patrocinio, è chiaro: legalizzazione dell’utero in affitto, matrimonio egualitario, adozioni per coppie dello stesso sesso, trascrizioni anagrafiche per i “figli” delle coppie gay, identità di genere, progetti gender nelle scuole di ogni ordine e grado, e “la carriera alias in tutti gli istituti di istruzione”.Rocca e la sua amministrazione stanno così appoggiando tutte le pericolose istanze Lgbtqia+ sui quali Governo e centrodestra italiano si dichiarano contrari. Il patrocinio va immediatamente ritirato, per rispetto a tutti quegli elettori che hanno votato per Rocca e la sua amministrazione di centrodestra».
Così, lunedì, Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, movimento degli ultrà cattolici.
Non appena informato di tale dichiarazione, il neopresidente della regione Lazio, il non fascista Francesco Rocca, in quota dei non fascisti di Fratelli d'Italia, della non fascista Giorgia Meloni, è subito corso ai ripari:
«Avevo concesso il patrocinio al Pride in maniera convinta ma non posso accostare il nome della Regione Lazio a una manifestazione in cui si rivendica la pratica del Gpa, l’utero in affitto, che anche le Sezioni Unite della Cassazione hanno definito una pratica degradante».
Di rimando, il brillantissimo Jacopo Coghe esprime tutta la sua soddisfazione:
«Accogliamo con favore il ritiro del patrocinio della Regione Lazio al gay Pride dopo la denuncia di Pro Vita & Famiglia. Supportare i Pride significa infatti dare man forte a chi vuole legalizzare l’utero in affitto, il matrimonio egualitario, le adozioni per coppie dello stesso sesso, le trascrizioni anagrafiche per i “figli” delle coppie gay, ma anche legittimare l’identità di genere, il self-id, i progetti gender nelle scuole di ogni ordine e grado, e “la carriera alias in tutti gli istituti di istruzione”.Auspichiamo che non si ripetano più errori che potrebbero costar caro in termini di salute, benessere e rispetto dei diritti di donne, bambini, adolescenti e delle famiglie italiane. Da parte nostra continueremo a monitorare attentamente ogni atto amministrativo e politico della giunta presieduta da Rocca perché non sia mai veicolo dell'ideologia gender e LGBT».
Successivamente, non appena la notizia è iniziata a rimbalzare sui media, la non fascista Giorgia Meloni deve aver telefonato in regione per trovare una qualche scusa per ritornare sulla decisione e vedere di non collezionare un'ulteriore figura di m...elma in relazione a come gli estremisti di destra intendono il rispetto dei diritti delle minoranze.
Geniale la pensata di Rocca e soci:
La Regione Lazio è pronta a ridare il patrocinio al Pride se Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride chiederà scusa: «Colamarino chieda scusa per la strumentalizzazione e la manipolazione, e immediatamente ridaremo il patrocinio».
Questa la risposta di Mario Colamarino:
«Le scuse le dovete fare voi a noi!Apprendiamo dalle agenzie di stampa che il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, in uno straordinario giro di valzer dopo averci prima concesso il patrocinio, poi ritirato, adesso ci propone nuovamente la concessione dello stesso chiedendoci in cambio delle scuse, e cosa ben più grave di eliminare dal documento politico la parte riguardante i diritti dei nostri figli e delle nostre figlie.Una richiesta folle e sgrammaticata politicamente, che non ha precedenti storici, nei rapporti tra Istituzioni e movimenti.E’ il Roma Pride che pretende le scuse del governatore Rocca per questa assurda richiesta e per aver anteposto la richiesta di diritti di cittadini e cittadine della Regione da lui amministrata alle grida isteriche di Provita. Evidentemente il governatore Rocca trova più grave la registrazione di un figlio alle assurde teorie riparative propugnate da Provita o dalla loro ultima richiesta di far sentire il battito del cuore del feto alle donne che vogliono interrompere la gravidanza. Governatore noi non piegheremo la testa nè a lei nè a Provita.Da parte nostra nessun inganno prima e nessun passo indietro ora. Le nostre rivendicazioni sono sempre state accessibili a chiunque avesse interesse a leggerle, anche alla pavida Regione Lazio. Noi siamo solitə mettere la faccia sulle nostre richieste, noi non ci nascondiamo, siamo uscitə ormai da tempo dall’ombra e non intendiamo farci ritorno.Chiedere scusa per avere un patrocinio che sa tanto di patrocinio all’oro di Bologna ovvero non pieno e che non riconosce la dignità politica delle nostre richieste è un’offesa alla nostra intelligenza.A lei la prossima mossa governatore, noi o loro?»
Ma la vicenda si è allargata, tanto che i non fascisti del Lazio hanno ispirato quelli della Lombardia che oggi hanno prodotto questo risultato (fonte Ansa):
Il Consiglio regionale della Lombardia boccia, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione per delegare un rappresentante dell'Aula a partecipare, indossando la fascia istituzionale, al Milano Pride 2023 in programma il prossimo 24 giugno. Il 'no' di oggi arriva dopo che l'Ufficio di presidenza aveva già negato il patrocinio all'evento lo scorso 9 maggio.Nel testo, a prima firma del consigliere di Patto Civico Luca Paladini, si chiedeva "analogamente a quanto deliberato nel 2022" una partecipazione istituzionale alla manifestazione "al fine di ribadire l'impegno di Regione Lombardia volto a superare qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza, promuovendo il pieno rispetto della dignità umana, per una società più giusta, più equa e inclusiva".
Potrà mai esserci un limite al ridicolo? Non per i non fascisti.