Gordon Sondland - imprenditore nel settore alberghiero, banchiere e importante finanziatore di Donald Trump nella campagna per le presidenziali del 2016 - ricopre l'incarico di ambasciatore Usa all'Ue ed è uno dei testimoni chiave nella vicenda collegata alla telefonata di Donald Trump al presidente dell'Ucraina.

Quest'oggi era chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Intelligence, nella seconda udienza pubblica di questa settimana nell'ambito del procedimento per la messa in stato di accusa di Donald Trump avviato alla Camera dei Rappresentanti.

Sondland ha dichiarato di aver collaborato con l'avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani, su faccende riguardanti l'Ucraina seguendo gli "ordini del presidente".

Sondland ha fornito gli scambi di corrispondenza avuti con il segretario di Stato, Mike Pompeo, a dimostrazione di come ci siano stati tentativi per convincere il presidente ucraino Zelensky ad avviare un'indagine sui Biden, condizione sine qua non per lo sblocco di 391 milioni di dollari in aiuti militari, sospesi da Trump. Gli aiuti sono stati infine erogati a settembre.

"Tutto bene. Stai facendo un ottimo lavoro. Continua ad insistere", aveva scritto Pompeo a Sondland all'inizio di settembre, in una delle e-mail fornite insieme alla sua testimonianza.

"Tutti (Trump, Pompeo e Giuliani) erano coinvolti", ha detto Sondland.

Pompeo, durante una visita in Europa mercoledì, ha rifiutato di commentare la testimonianza.



Ma per Donald Trump non vi erano secondi fini in relazione al blocco degli aiuti militari, che - dice lui - non erano collegati all'avvio di una inchiesta nei confronti dei Biden, padre e figlio.