Il 9 maggio si celebra la Giornata dell'Europa in ricordo della firma della "dichiarazione Schuman", avvenuta quel giorno del 1950. Si trattava di un piano per garantire una pace a lungo termine nell'Europa del dopoguerra, ed è considerato il documento che ha gettato le basi di quella che oggi è l'Unione europea.  

Una ricorrenza che è promossa e celebrata dalle delegazioni dell'Ue in tutto il mondo, per sottolineare e promuovere i valori fondanti dell'Unione. E proprio pe questo, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, domani sarà di nuovo a Kiev per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ma non tutte le diplomazie dell'Ue all'estero il 9 maggio celebreranno l'evento. In Israele, infatti, i membri dell'Ue, ad esclusione dei sovran-fasciti polacchi e ungheresi, diserteranno la cerimonia diplomatica prevista per domani in Israele perché in rappresentanza del governo di Tel Aviv, il premier Netanyahu aveva delegato a parteciparvi Itamar Ben-Gvir che, oltre ad essere ministro della Sicurezza nazionale, è anche il leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit.

Una decisione non passata inosservata dalla stampa israeliana che gli ha dato ampio risalto, senza dimenticare di riferire il motivo di tale sgarbo istituzionale: "Purtroppo - ha riferito la diplomazia Ue in una nota - quest'anno abbiamo deciso di annullare il ricevimento diplomatico, poiché non vogliamo offrire una piattaforma a qualcuno [Ben.Gvir, ndr] le cui opinioni contraddicono i valori che l'Unione europea rappresenta".

Una decisione, quella degli ambasciatori Ue, condivisa all'unanimità, pure dall'Italia, ma che non è stata invece condivisa dai rappresentanti di Ungheria e Polonia. 

La risposta di Ben-Givr non si è fatta attendere: 

"È vergognoso  che la Ue, che dice di rappresentare i valori della democrazia e del multiculturalismo, ora non diplomaticamente mi voglia tappare la bocca. È un onore e un privilegio per me rappresentare il governo israeliano, gli eroici soldati israeliani e il popolo di Israele in ogni sede. Gli amici sanno come esprimere le critiche e anche i veri amici sanno come prenderle. Solo lo Stato di Israele determinerà chi sono i suoi rappresentanti, chi parla a suo nome. Gli europei devono capire, li rispettiamo, ma difendiamo il nostro destino. ... Saremo noi a gestire il governo di Israele, non qualsiasi altra autorità".

Gli ambasciatori Ue, non essendo gli ultimi arrivati, non volevano offrire una piattaforma a Ben-Givr per promuovere le sue politiche di apartheid. Sicuro che nessuno lo avrebbe zittito e che tutti, educatamente, lo avrebbero ascoltato, il ministro israeliano avrebbe poi fatto passare tale cortesia, esclusivamente diplomatica, come approvazione incondizionata di quanto avrebbe detto nell'occasione.

I leader dell'opposizione alla Knesset non si sono fatti sfuggire l'occasione per criticare l'esecutivo Netanyahu: 

Yair Lapid, precedente premier, seguito a Naftali Bennett: "Gestire le relazioni estere di un paese come Israele è complesso e richiede esperienza e un approccio intelligente. L'attuale governo ci sta portando a litigi inutili e sta creando una crisi con l'Unione Europea. Ben Gvir può di nuovo metterci in imbarazzo di fronte al mondo con un discorso inutile".

Benny Gantz, il cui partito negli ultimi sondaggi è diventato il primo partito di Israele: "L'invio di Ben Gvir a rappresentare lo Stato di Israele presso l'Unione europea è un insuccesso diplomatico e una totale incapacità di fare scelte sensate da parte di Netanyahu".