Nonostante le dichiarazioni roboanti di Johnson, in base alle quali il 31 ottobre, con un accordo o senza, il Regno Unito sarebbe comunque uscito dall'Europa, la Brexit non ci sarà.

La nuova scadenza, concessa su richiesta dei parlamentari della Camera dei Comuni, ha visto i 27 Paesi del Consiglio europeo concordi nello spostare la data al 31 gennaio 2020.

Come chiarito dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, la nuova data va considerata come una "flextension", il che significa che il Regno Unito potrebbe lasciare l'Ue anche prima della data fissata nel caso la Camera dei Comuni prenda una decisione in tal senso.

Inoltre, lo slittamento verrà formalizzato con una procedura scritta che eviterà così una nuova riunione del Consiglio europeo.


Pertanto,  a causa del Benn Act, che impedisce a Johnson di uscire dall'Europa con una hard Brexit, anche dopo le 23 (ora britannica) del 31 ottobre, il Regno Unito rimarrà ancora nell'Ue.

Che cosa accadrà adesso? Lo capiremo nelle prossime ore. Quasi certamente in Gran Bretagna si avranno nuove elezioni che dovrebbero essere indette già questa settimana. D'accordo, anche se non sulla data, i partiti di opposizione SNP e Lib Dems , mentre i laburisti sono in cerca di garanzie che impegnino Johnson, o un altro eventuale prossimo primo ministro,  a rispettare anche in futuro il vincolo del Benn Act, per evitare un addio all'Unione europea senza un trattato che tuteli e garantisca in modo certo cittadini e aziende britanniche.