Sicurezza sul lavoro e formazione: intervista al presidente di Expotraining 2024, Carlo Barberis
Pubblichiamo l'intervista integrale a Carlo Barberis, presidente di Expotraining 2024, la fiera dedicata al mondo della formazione che avrà luogo a Milano il 28 e 29 ottobre 2024 (XIIIª edizione)
I temi affrontati: la sicurezza sul lavoro, l'importanza delle competenze e della formazione e alcune anticipazioni sulla fiera Expotrianing 2024
Sicurezza sul lavoro. Secondo i dati Inail nei primi quattro mesi del 2024 sono stati 119 i morti sul lavoro, mentre gli infortuni 92.711 (il 7,4 in più rispetto al 2023). Mentre si cerca di capire quale direzione intraprendere, si prosegue al ritmo di un morto al giorno. Il suo punto di vista.
“La gran parte degli incidenti avviene perché il lavoratore, in quel momento, non ha la percezione del rischio di farsi male o di rischiare la vita. In Italia manca una vera cultura della sicurezza che sia ancorata alla percezione del rischio. I lavoratori non comprendendo che un certo tipo di comportamento disattento, non protetto o superficiale può portare ad incidenti più o meno gravi, con conseguenze per sé stessi e per i colleghi. Un approccio totalmente sbagliato: ‘non metto il casco finché non avviene qualcosa a me o ad un mio collega’ vuol dire andare incontro al pericolo. Si deve agire e prevenire prima dell’incidente, non dopo. Il tema va affrontato a partire dall’educazione a scuola ed istituendo magari una materia di studio che si occupi e sviluppi il tema della sicurezza e della percezione del rischio, o percorsi formativi attraverso i quali, tra 20 anni, questo problema sarà molto diminuito. L’obiettivo è quello di ridurre gli incidenti sul lavoro a fatalità inevitabili ed eliminare la percentuale di eventi causati dall’imprudenza dei lavoratori e delle aziende”.
Un altro aspetto riguarda l’adeguamento delle aziende: dalle rilevazioni dell'ispettorato del lavoro, su 10 aziende ispezionate 8 non sono in regola con le norme legislative e contrattuali. Come invertire questo dato?
“Occorre affrontare il tema da due prospettive: da un lato facendo formazione sulla sicurezza nelle aziende che non può limitarsi ad un percorso di 4 ore con nozioni generali e altre 8 ore di educazione specialistica. Servono percorsi completi, che ricomprendano anche l’aspetto fondamentale della percezione del rischio. Chi rilascia gli attestati di conformità ed idoneità deve accertarsi che effettivamente l’azienda poi rispetti le norme legislative e contrattuali e monitorare la situazione periodicamente. L’altro lato riguarda l’inasprimento delle pene: se un’azienda non rispetta le regole sulla sicurezza deve avere sanzioni e conseguenze importanti ed adeguate perché la mancanza di sicurezza è il preludio agli incidenti e alle tragedie.
Capitolo competenze e formazione. In Italia, ogni mille laureati, solo il 16,4% lo sono in materie STEM e di questa percentuale le donne sono il 13,3% contro un 19,4% di maschi. Percentuali tra le più basse in Europa. Questo tipo di discipline rappresentano il presente ed il futuro, come si può intervenire per essere competitivi in poco tempo?
“Da più parti, da diversi anni e da molteplici ricerche emerge un dato incontrovertibile: il mondo del lavoro italiano è “vecchio” e le sue competenze sono spesso poco o affatto aggiornate. Sulle discipline STEM e sul digitale emergono tutti i ritardi dell’imprenditoria italiana, con la scarsa fiducia nella formazione e con una età media molto avanzata. Si guarda alla produttività e al risultato sull’immediato, ma non si comprende che sul breve e soprattutto medio – lungo termine puntare sulla formazione e su iniziative di upskilling e reskilling è il miglior investimento possibile. Le professionalità non mancherebbero, ci sono migliaia di giovani pieni di idee, capaci di innovazione e con la formazione adatta, ma o sono fuori dal mondo del lavoro o stentano ad entrarvi. Dobbiamo poter disporre di talenti pronti all’inserimento e soprattutto calati nel contesto in cui vivono: le competenze digitali sono in costante e veloce evoluzione, ciò che oggi è innovativo, domani è superato. Poi c’è un ulteriore problema nel problema che riguarda la parità di genere e che va affrontato con la massima urgenza: se le percentuali che riguardano gli uomini sono basse, sulle donne siamo ancora più indietro.
Lei è presidente di Expotraining 2024, la fiera sulla formazione, sul lavoro e sulla sicurezza. Come tratterete queste tematiche in questa edizione?
“Con Expotraining 2024 offriremo un punto di vista privilegiato e a 360° sulla formazione, sulla sicurezza sul lavoro e sul mondo delle professioni. L’obiettivo, come ogni anno, è quello di non attendere passivamente che gli eventi accadano, ma anticiparli e farsi trovare pronti. Analizzeremo dati e ricerche su lavoro con tavoli dedicati, affronteremo il mondo della formazione, in continua evoluzione, ed il ruolo decisivo che possono e devono avere i nostri giovani, con una serie di numerosi convegni e work shop. Ampio spazio, ovviamente all'innovazione, che, sia sul tema della formazione che della sicurezza sul lavoro fa la differenza. Investire sulla formazione, aggiornata e continua, e sulla sicurezza sul lavoro è il punto di svolta. Metteremo a confronto giovani talenti, imprese e formatori, accademie, associazioni ed imprese, con il contributo di tantissimi esperti provenienti da tutti i settori. Expotraining è un salvagente per tutti coloro che non vogliono trovarsi, tra pochi anni fuori, dal mercato e il luogo dove la sicurezza sul lavoro è trattata con la giusta consapevolezza ed importanza. Investire per non farsi investire od essere investiti dagli eventi, questo sarà il leitmotiv dell’edizione 2024”