Ieri sera, 14 settembre 2023, a Otto e Mezzo, sulla 7, abbiamo assistito al massacro mediatico di Elly Schlein, la Segretaria del Partito Democratico, ad opera di Giannini e Gruber. Una scena surreale, se si pensa che i due giornalisti hanno sempre invocato un cambiamento della politica, auspicando più giovani e quote rose, che potessero controbilanciare la gerontocrazia parlamentare. Ebbene, credo che né Schlein, né gli attoniti spettatori, si aspettassero un tiro al bersaglio a fuoco incrociato tanto brutale e sistematico, da essere apparso preparato in anticipo. Lasciando perdere la solidarietà di parte, che violerebbe i c.d. principi di imparzialità, quello che è mancato lì in Studio, è stata la più elementare forma di rispetto per un ospite.

La malcapitata Schlein, sembrava essere finita in un’ infernale trappola mediatica, in cui il sabotaggio dialettico e l’ingordigia verbale, si manifestavano con interruzioni pretestuose allo scopo di dirottare e confondere il completamento di un discorso. Frasi e intercalare del tipo:

“…Ma Lei cosa farebbe al posto della meloni? Ma Lei dove li trova i soldi? E quindi…E quindi? Ma cosa propone in concreto Lei? Lei non dice dove prenderà i soldi per la sanità? Lei non è chiara con i suoi elettori. Lei oggi ha detto, parlando di Lampedusa, che è la dimostrazione del fallimento delle politiche di esternalizzazione del governo. Ma chi la capisce se lei parla così? E la faccenda dell’armo cromia, non le sembra un grosso sbaglio?”

Per inciso, ma chi se ne frega, viene da pensare, se non la capisce il popolo che legge meno giornali d’Europa? Che confonde il clima con le previsioni per il week-end, che pensa che la tragedia più grande della settimana sia il mancato acquisto di un giocatore di football del calcio mercato. Ma di che parliamo?

E ancora i due giornalisti incalzano:

“C'è chi la accusa di occuparsi troppo di diritti civili e poco dei problemi del paese? “

A parte che sembra di essere sul set del film OUTFOXED, sulla guerra mediatica a suon di: Si dice che...

Ma poi, eravamo forse collegati allo studio televisivo di Vladimir Solovyov? Di che dovrebbe occuparsi un paese civile se non anche di diritti civili?

Poi, mentre Schlein tenta per l’ennesima volta di spiegare che la chiave per risolvere i problemi della Sanità si chiama REDISTRIBUZIONE a favore del pubblico, visto il regalo pantagruelico che è stato fatto negli ultimi anni alla sanità privata, i due molossi non lasciano la presa e la interrompono con la stessa ripetitività di un graffio su un disco in vinile.

“Ma dove li prende i soldi, Lei?”

E’ sembrato di assistere alla spietata applicazione dei principi di selezione naturale in campo dialettico (per cui, più ti dimostri indifeso e più vieni dilaniato) nel bel mezzo di un dibattito tra esseri umani su questioni fondamentali dei diritti civili e società; da parte di due persone che sembravano state addestrate nelle fucine più deliranti del populismo televisivo.

Certo, Elly Schlein, non è certo tipo da farsi intimidire. La cosa che mi ha colpito della neo Segretaria, è stata la pazienza stoica adorna di sorrisi e l’educazione con cui ha tentato di far valere le proprie ragioni, malgrado le continue interruzioni, dando una bella lezione di civiltà e deontologia professionale a Giannini e Gruber. Mi accorsi di questa suo raro pregio umano, già in occasione dei funerali di Silvio Berlusconi, in cui, tra i pochi del suo partito, varcò a testa alta il portone del Duomo di Milano per partecipare alla cerimonia funebre, malgrado le accuse di opportunismo politico.

Quello che dovrebbe interessare gli spettatori è perché lo stesso trattamento non sia stato riservato ad altri ospiti “sgraditi”. Quando, ad esempio, ospite fu Salvini, è bastato un mazzo di fiori appassito alla Gruber per appianare le domande a bruciapelo. Persino Conte, malgrado le molteplici interruzioni e la caduta di un governo, venne trattato con più garbo di Schlein.

Perché, dunque, quella condotta dei due giornalisti. Avevano forse mangiato pane e chiodi la mattina? Come l’avvocato Giangiacomo Pigna Corelli in Selci, interpretato da Sordi in Troppo Forte, non si ricordavano più chi erano il giorno precedente? Oppure, sono stati folgorati sulla via di Arcore? Giannini, si è forse fatto trascinare dall’isteria della dama della 7, appena tornata da due mesi di vacanza? E’ arrivata una telefonatina preventiva da Via Sant’Andrea delle Fratte?

A questo punto, l’unica cosa che dovrebbe interessare davvero lo spettatore, nell'interesse di tutta la collettività, è che in una trasmissione seria, alternativa ai salotti cacofonici di altri programmi televisivi, il rispetto e un confronto pacato siano sempre salvaguardati.

Molti avranno rimpianto, in quel guazzabuglio interlocutorio, il duo pungente, ma sempre rispettoso, Telese/Aprile. In attesa che tornino, forse, mi chiedo quanto tempo ancora la dama della 7 spadroneggerà in quello studio come fosse un suo spazio privato.