I sionisti, come è ormai è ben evidente a chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale, a difesa del loro credo oltre a non avere limiti in relazione al senso della misura, non ne hanno neppure in relazione al senso del ridicolo. Per un aggiornamento, è sufficiente solo leggere alcuni titoli degli articoli con cui i loro propagandisti hanno cercato di deridere l'accusa di genocidio presentata dal Sudafrica nei confronti di Israele alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia: 

il Giornale, 13 gennaio: Se c’è un genocidio è contro di noi. Israele si difende contro le follie Onu (di Fiamma Nirenstein); Libero, 13 gennaio: Gli atenei Usa sono intrisi di antisemitismo (di Giovanni Sallusti); il Giornale, 12 gennaio: Nazione nata dalla Shoah, che infamia (di Fiamma Nirenstein)...

E ad ulteriore conferma della tesi, anche la prima delle iniziative che i familiari dei prigionieri di Gaza hanno organizzato a Tel Aviv per chiederne la liberazione: la ricostruzione di alcuni metri di un tunnel all'interno del quale vivrebbero gli israeliani catturati dai miliziani palestinesi il 7 ottobre. Il finto tunnel è stato costruito per replicare "le terribili condizioni che gli ostaggi devono affrontare nei tunnel di Hamas, tra cui spazi angusti e mancanza di luce naturale" (fonte: The Times of Israel).

C'è però un'inesattezza non da poco nella messinscena. Infatti, gli organizzatori si sono dimenticati di chiedere al moralissimo esercito israeliano di bombardare la loro installazione, per aggiungere l'elemento mancante e più significativo in relazione alle terribili condizioni di vita di quelle persone.

Peccato se ne siano dimenticati, perché in tal modo avrebbero anche potuto rendersi conto che oltre ad un centinaio di israeliani, vi sono sotto le bombe, da 3 mesi e mezzo, anche 2,3 milioni di persone... meno le 24mila uccise, di cui quasi la metà bambini. 

Già... ma quelli sono solo palestinesi, pertanto, per i sionisti e i loro complici niente di più che degli animali umani che è possibile sterminate in qualsiasi momento in nome della sicurezza dello Stato ebraico... come è avvenuto nelle ultime 24 ore per i 135 uccisi a Rafah e Khan Younis.

Secondo lo Stato ebraico e le nazioni complici che ipocritamente ne supportano i crimini, quei morti sono "scudi umani" la cui responsabilità deve essere attribuita ad Hamas o, tutt'al più, errori dell'esercito israeliano.

Questa indecente propaganda di stampo nazifascista ormai è solo un ritornello che serve da esclusivo autoconvincimento a media e governi del cosiddetto occidente la cui opinione pubblica - persino la più disinformata - oramai non prende più neppure in considerazione, come dimostrano le sempre più affollate manifestazioni a supporto della popolazione palestinese che si sono tenute e si stanno tenendo in queste ore... da Tokyo a Washington, per chiedere a Gaza l'immediato cessate il fuoco e la consegna massiccia di aiuti umanitari.

E non bisogna neppure dimenticare che, seppure in misura minore, l'esercito israeliano sta facendo quel che fa a Gaza anche nelle città della Cisgiordania e in quel caso neppure si disturba nel giustificare i suoi raid, spesso supportati dai terroristi ebrei che vengono definiti coloni.

E questo in atto da 100 giorni non sarebbe da denunciare come un genocidio nei confronti dei palestinesi, forse addirittura cercato e pianificato, considerando le incomprensibili e ingiustificate mancanze registrate nelle abituali procedure di sicurezza alla vigilia del 7 ottobre?