Cronaca

PADRE EUSTACHIO MONTEMURRO: IN CORSO IL CENTENARIO. Fu fondatore delle MCSC. Nel 2024 anche il tricentenario di papa Benedetto XIII, suo conterraneo

GRAVINA DI PUGLIA - (Ernesto Genoni) - Numerosi gli studi che si occupano sempre con maggiore interesse della vita di Montemurro, dall’avvio della causa di canonizzazione del medico di Gravina, nel 1990, sulla scorta di documenti del Tribunale ecclesiastico regionale campano per le cause dei santi. Un Dicastero presieduto oggi dal Cardinale Marcello Semeraro, nativo di Lecce, Prefetto della Congregazione della “Causa dei Santi” in Vaticano, a cui l’Amministrazione Comunale di Gravina ha voluto tributargli, all’inizio di questo anno, la “Cittadinanza Onoraria”, conferitagli dal Sindaco della città, dott. Fedele Lagreca. A Gravina, poi, città natale di Montemurro, cresce giorno per giorno, l’attesa di una visita apostolica del Santo Padre, in vista del tricentenario, nel giugno 2024, dell' inconorazione a papa di Benedetto XIII, nativo proprio di Gravina e figlio del Duca Orsini. Numerose le iniziative nel centenario di padre Eustachio. A Portici (Napoli), nell'Istituto delle Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, le MCSC, nel Palazzo Serra di Cassano,  l'inaugurazione di una Università Popolare Cattolica UNIUPC intitolata a "Montemurro-D'Ippolito".

Eustachio, Martiniano Montemurro nacque a Gravina di Puglia il 1 gennaio 1857 da Giuseppe, affermato notaio, e da Giulia Barbarossa. Una piccola cittadina agricola che contava circa 14.000 abitanti, oggi circa 43.000. Da giovane vissuto in un ambiente familiare profondamente religioso, frequentò il liceo classico e l’Università di Napoli, conseguendo la laurea in Medicina. Espletato il servizio militare, tornò a Gravina, dove si dedicò a un’intensa attività non solo professionale, ma anche politico- amministrativa e di impegno nel sociale. Un periodo difficile, di una Italia post unitaria, caratterizzato da grosse difficoltà economiche e grande analfabetismo che Montemurro lottò strenuamente. Fu fondatore di un’associazione medico-chirurgica impegnata nell’assistenza sanitaria alla popolazione e consigliere comunale impegnandosi nella promozione dell’istruzione scolastica, in attività caritativo-assistenziali e nel miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie delle persone. Diresse la Congregazione di Carità. Nel 1902 si iscrisse al neocostituito Circolo democratico cristiano «Benedetto XIII» di Gravina di Puglia.
Interessante per molti le notizie storiche su Benedetto XIII, al secolo Pietro Francesco figlio primogenito del Duca Orsini. Era conterraneo di Montemurro. Nacque a Gravina in Puglia, il 2 febbraio 1649, ed è stato il 245º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica dal 1724 alla sua morte. Apparteneva all'Ordine dei frati predicatori. Nel 2012 si è aperta l'inchiesta diocesana per la sua causa di beatificazione, che si è conclusa il 22 febbraio 2017; inoltre, è l’ultimo papa proveniente dal sud Italia. A gravina di Puglia pronte le celebrazioni per i 300 anni dall’inizio del Pontificato di Benedetto XIII eletto il 29 Maggio del 1724. Fine pontificato, dopo circa sei anni, nel 1730. Iniziò gli studi nella stessa cittadina e, a 16 anni, fondò l'Accademia dei Famelici. Benedetto XIII da giovanissimo chiese di entrare nel noviziato dell'ordine che egli più amava, quello dei domenicani, durante un viaggio a Venezia, nonostante alcuni suoi parenti non fossero d'accordo per il fatto che egli era primogenito. Si appellò a papa Clemente IX, che non solo accettò l'ingresso ma, viste le doti del ragazzo, lo dispensò dagli studi propedeutici. Nel 1668 egli rifiutò l'eredità del titolo di duca, che passò al fratello, e fece la sua prima professione.”
Ma ritorniamo ad Eustachio Montemurro, che fu ordinato sacerdote nel 1904. Egli maturò da subito l’idea di fondare un nuovo Istituto Femminile per l’educazione delle fanciulle del popolo e un istituto maschile specificamente dedito alla formazione dei parroci, i religiosi della congregazione avrebbero dovuto ricevere una specifica formazione ai compiti parrocchiali e rendersi disponibili ad accorrere ovunque fossero stati richiesti nelle parrocchie, in supporto del parroco o, dove questo fosse venuto a mancare, in sua sostituzione. Montemurro prevedeva l’istituzione di «speciali case parrocchiali», aperte giorno e notte e gestite da comunità di Piccoli fratelli, con la funzione specifica di amministrare i sacramenti, assistere i moribondi, insegnare la dottrina cattolica e svolgere tutti gli altri uffici inerenti al ministero parrocchiale. Il progetto di Montemurro aderiva al modello di prete che Pio X – con alcuni aspetti di quello di più lontana matrice tridentina – aveva già abbozzato nei primi anni del suo pontificato e che assunse un profilo più preciso dopo la condanna del modernismo: un prete che doveva essere in primo luogo “uomo di Dio”, per il quale la vita di pietà e l’esercizio delle tradizionali attività pastorali dovevano avere un assoluto primato sulla cultura ed essere praticati nella totale obbedienza alla gerarchia. Per il pontefice tale modello era il più adeguato non solo alla preservazione del clero e dei credenti dall’assorbimento di dottrine erronee, ma anche al riavvicinamento alla Chiesa di quanti se ne erano allontanati e alla ricristianizzazione della società.
Questo orizzonte era condiviso da Montemurro, il quale nelle sue predicazioni esprimeva l’auspicio “che il Buon Signore, placato, ritorni nelle nostre famiglie, nelle nostre scuole, nelle nostre officine… che la società torni a vivere di quella vita santa e cristiana, che i primi discepoli e seguaci di Cristo menavano.”
Nel corso del 1907 Montemurro aveva anche abbozzato il profilo dell’istituto religioso femminile, che avrebbe dovuto dedicarsi alla preparazione di ostie e di cibo per i poveri e all’insegnamento della dottrina ai bambini. Tale istituto nacque il 1° maggio 1908 con il nome di “Figlie del Sacro Costato”, a sottolineatura della centralità che doveva avere nella spiritualità delle religiose una devozione al Sacro Cuore strettamente intrecciata, così come per il ramo maschile, alla meditazione della ferita del costato di Cristo. Prima superiora Generale fu Suor Addolorata Terribile nominata dal Fondatore e in carica dal 1908 al luglio 1911. Seconda Superiore Generale, fu Suor Maria D’Ippolito, nel dicembre 1911, viene nominata dal Can. Annibale M. Di Francia, carica che mantiene fino al 1929.
Per i disegni della Provvidenza le "Figlie del Sacro Costato" a pochi anni dalla fondazione, si distinsero in due gruppi facenti capo, uno a Potenza, accolte nel 1911 dal Vescovo Mons. Ignazio Monterisi, e guidato dall’allora madre generale Madre Maria D’Ippolito e l'altro a Gravina.
Il 4 maggio 1949 l’ Istituto ottenne l’approvazione Pontificia, con Decreto di Lode, da Sua Santità Pio XII prendendo il nome di “Missionarie Catechiste del Sacro Cuore”. Numerose le case dei due rami, con case generalizie a Roma e con missioni presenti oltre che in Italia in più Paesi del mondo, tra cui Brasile, Romania, Bolivia e Repubblica Democratica del Congo.

Allontanato dalle sue opere, per un avverso destino, nell’agosto 1911 Montemurro rientrò, nella diocesi di Gravina, dove svolse il suo ministero nella chiesa di S. Emidio, la cattedrale. Poi nel gennaio 1914, previa autorizzazione pontificia, fu incardinato nella diocesi di Nola trasferendosi a Valle Pompei, dove cercò di ridare vita ai Piccoli fratelli dedicandosi ad un intenso lavoro pastorale e assistenziale.
Montemurro morì a Pompei, dopo circa 10 anni di condivisione di vita religiosa e attività assistenziali, unitamente a San Bartolomeo Longo, fondatore del Santuario della Basilica di Pompei. La sua morte, il 2 gennaio 1923, a causa di una broncopolmonite acuta.

Proprio cento anni or sono. Da parte nostra abbiamo, anche noi, voluto ricordarlo e commemorarlo così.


(In foto: Eustachio Montemurro e ritratto di Papa Benedetto XIII - come sfondo olio su tela di squarcio di Gravina. )

Autore Ernesto Genoni
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