EX MACRICO – In Consiglio Comunale: “Questa è la Chiesa del potere!” Ma don Antonello non ci sta e chiarisce “Il potere della Chiesa è il potere dei segni”
CASERTA – (Ernesto Genoni) - Nella foto in basso il Vescovo, dopo le prime visite fatte nei primi giorni del suo insediamento, prima di avviare gli incontri con le parrocchie, ritorna sereno nell’area ex Macrico insieme alle Associazioni casertane. Parte dell’area fu messa in sicurezza per essere aperta alla città ed essere almeno visitata. Lavoreremo insieme – ebbe a dire il Vescovo – affinché questo diventi un luogo in cui possa regnare la pace e la vita. È necessario che le persone tornino ad abitare questo spazio.
Eppure, durante l’ultimo Consiglio comunale di Caserta voluto da Macrico Verde, dal pubblico presente si è levato un grido, inaspettato quanto fuori luogo: “Questa è la Chiesa del potere!” Da qui l’intervento che segue di don Antonello Giannotti (nella foto principale in alto), parroco di “Nostra Signora di Lourdes” in Caserta che parla chiarendo la forza dell'unicità dei segni e ne elenca sette.
“Tutti parlano dell’ex Macrico – ha commentato don Antonello. - Alcuni, ritenendosi depositari di verità nascoste, ne parlano fino a straparlarne. Altri, pur consci di non sapere, non resistono all’ancestrale e deleteria vocazione al pettegolezzo e pur di dire la propria opinione finiscono per diffondere notizie infondate e giudizi affrettati e denigratori.
Altri ancora, i peggiori, approfittano di questa confusione per dare linfa a speculativi interessi predatori. L’ex Macrico è una gran bella realtà, che, per il solo fatto di esistere, arricchisce da sempre la vita di questa città, città alla quale garantisce ossigeno vitale.
In foto: Giovani casertani con il Vescovo Pietro Lagnese
Il Macrico è un dono di Dio. Un dono prezioso proprio perché bene comune. Come tutte le cose preziose va difeso e protetto, come dichiarato dalla Chiesa casertana nel famoso Manifesto sull’ ex Macrico. Eppure, durante l’ultimo Consiglio comunale voluto da Macrico Verde, dal pubblico presente si è levato un grido, inaspettato quanto fuori luogo: “Questa è la Chiesa del potere!”.
Terminato il Consiglio ho chiesto di intervenire per dare risposta a questa accusa. Nel mio intervento, - racconta don Antonello - tra le varie osservazioni, ho affermato di essere orgoglioso di appartenere alla Chiesa di Caserta che, parafrasando l’espressione di donTonino Bello, non è certo la Chiesa del potere, ma la Chiesa del potere dei segni, segni di inequivocabile valenza etica.
Il primo segno è quello del coraggio del Vescovo, Mons. Lagnese, il quale, all’indomani del suo ingresso in Diocesi, prima ancora di avviare i lavori pastorali, ha chiesto di effettuare un sopralluogo per affrontare in maniera radicale l’irrisolta storia dell’ex Magazzino delle Forze Armate. Coraggio perché l’operazione è complessa, ma, per Mons. Lagnese, necessaria per ripristinare la giustizia ecologica e dare la possibilità ai casertani di godere di un bene comune, non solo in termini di servizi eco-sistemici.
Il secondo segno è quello della scelta dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero, proprietario del bene, di mettere a disposizione della città un cespite equivalente al 40% del suo patrimonio. Un grande segno di Caritas, di gratuità, portato avanti secondo i criteri dell’ecologia integrale.
Il terzo segno è il Manifesto della Chiesa casertana che declina i criteri dell’agire nel progetto ex Macrico, disegnando una teologia urbana e sociale di elevato spessore culturale e morale. Cultura interdisciplinare, visione di futuro, scenari di benessere per tutti e per ciascuno, il Manifesto non dimentica nessuno.
Il quarto segno è la firma apposta dal Vescovo e dal sottoscritto alla petizione inoltrata al Comune per il riconoscimento al Macrico della classificazione F2, cosa che individua la volontà di rispettare profondamente il bene evitandone la cementificazione.
Il quinto segno è l’ascolto di Associazioni, Enti, Istituzioni per condividere idee e progetti sul da farsi. Non un semplice gesto di dialogo, bensì la volontà precisa di capire il sentire delle persone interessate alla valorizzazione dell’ex Macrico.
Il sesto segno è quello di aver deciso non solo di rispettare i vincoli volumetrici previsti per questo bene, ma di voler utilizzare solo una parte dell’ edificato.
Il settimo segno - conclude il suo intervento don Antonello - è la volontà di aprire da subito il Macrico affinché i cittadini possano usufruirne e, allo scopo, è in corso la definizione di un apposito piano di sicurezza. Un piccolo, ma decisivo passo verso la fruizione di tanta bellezza. Facciamo di tutto per “camminare insieme, non nella menzogna ma nella verità, e la Verità ci farà liberi! (cfr. Gv 8,32)”
Nella foto di apertura: Don Antonello Giannotti in una sua omelia.