Sono 119 le persone adesso a bordo della Sea-Watch 3, che ieri sera è intervenuta per effettuare una nuova operazione di salvataggio dopo la segnalazione da parte di Alarm Phone di un'imbarcazione in difficoltà. 

Malta aveva comunicato che avrebbe assunto il comando del soccorso, recandosi sul posto. Per fortuna lo ha fatto anche Sea-Watch. Infatti, sebbene alla nave ci siano volute 8 ore per arrivare alla posizione segnalata, nessuno aveva ancora prestato soccorso ai migranti, tanto che è stata la stessa ong a distribuire i giubbotti di salvataggio a delle persone che erano in mare da giorni e che hanno raccontato di aver visto passare almeno 2 navi. 

Vicino a loro c'era una motovedetta maltese sul posto da 3 ore.


Come ha sottolineato la stessa Carola Rackete, in queste ore nel Mediterraneo centinaia di persone in fuga dalla Libia stanno rischiando la vita a bordo di imbarcazioni insicure, drammaticamente ignorate dalle autorità competenti.


E a conferma di ciò, sono 118 le persone a bordo della Open Arms che venerdì ha soccorso 74 persone - tra cui donne incinte, bambini e neonati - dovendosi confrontare con una motovedetta libica presente sul posto, che mostrava un atteggiamento ostile.  

A cosa servono le navi delle ong? A questo...


Fortunatamente, la Ocean Viking è pronta per una nuova missione nel Mediterraneo Centrale, assolutamente indispensabile come dimostrano i salvataggi effettuati da Open Arms e Sea-Watch, con il numero di persone che fuggono dalla Libia in costante aumento a causa dell'intensificarsi dei combattimenti.

E che la situazione nel Paese nordafricano sia fuori controllo lo conferma anche l'ultimo tweet di Alarm Phone: "Siamo stati chiamati da dei migranti intercettati e presi a bordo dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica. Dicono che alcune delle 65 persone si stanno rifiutando di sbarcare a Tripoli e che la Guardia Costiera ha sparato ad un migrante, gettandone poi il corpo in mare".

La Libia, per alcuni, sarebbe un porto sicuro!