Ci sono alcune notizie che ho letto sul giornale di alcune settimane fa, mi pare che fosse il Mattino, che mi hanno portato a fare delle considerazioni, le notizie sono le seguenti:

La prima notizia è quella che il sindaco Luigi De Magistris, ha approvato l’installazione di una targa commemorativa in ricordo di Rosario Padolino, il commerciante di 66 anni morto lo scorso 8 giugno in seguito al distacco di un pezzo di cornicione dal palazzo sito al civico 228 di via Duomo; la targa sarà apposta sulla facciata del palazzo al civico n. 202, dove si trova l'attività commerciale della vittima. In quella occasione, l’assessore Clemente ha anche annunciato l’intitolazione di una strada a Marcello Torre, avvocato, sindaco di Pagani ucciso l'11 dicembre 1980 dalla camorra.

 La seconda notizia, riguarda invece i giardini di piazza Medaglie d'Oro: abbandonati, trascurati, con erbacce e rovi, tronchi abbandonati e infinite schifezze. E Poco più in là, immondizia non ritirata dai cassonetti o accumulata sotto alle panchine.

Ma cosa c’è di particolare, dirà che mi legge, a dedicare una targa a dei cittadini o vedere le aiuole in stato di degrado e cumuli di immondizia visto che siamo a Napoli?

E invece le cose non stanno proprio così, perché al centro dei giardinetti una targa recita e ricorda: «Partecipazione dei cittadini alla cura della città. Il Comune di Napoli affida questo spazio verde alla Fondazione Silvia Ruotolo». Il presidente, Lorenzo Clemente, è il padre dell'assessore Alessandra.

Ora, è comprensibile che ci possa essere un momento di disattenzione, di stanchezza, di mancanza di fondi per tenere in ordine delle aiuole. Ma il nodo della mia riflessione è sulla mentalità che c’è alla base delle due notizie. E cioè la cultura dell’apparire, invece che quella del fare.

In soldoni: è più importante mettere una targa in ricordo del povero Padolino? O sarebbe stato meglio negli anni applicarsi a un piano di manutenzione della città serio e costante? Di questo passo, quante targhe in memoria si dovranno mettere in tutti i punti della città che sono a rischio per i cittadini, come abbiamo visto di recente nelle case popolari di Ponticelli?

E ancora, quanti giardini affidati a privati non sono manutenuti e controllati dalla amministrazione pubblica? É corretto il principio che il cittadino sia coinvolto nella tutela del verde comune. Ma più corretto sarebbe il principio (e la prassi) per cui un Comune che tiene a cuore la cosa pubblica, faccia della manutenzione del verde una propria bandiera e un proprio dovere.

La verità evidente, invece, è che apparire e riempirsi la bocca di slogan e di enfasi cerimoniale - come fanno il sindaco De Magistris e la sua pupilla Alessandra Clemente (che ricordiamocelo è una potenziale candidata sindaco alle prossime elezioni) è facile, ma fare davvero le cose è difficile.

Se al parlare e commemorare si passasse ad azioni concrete di buona gestione della città, allora si darebbe davvero un senso al ricordo della povera Silvia Ruotolo, madre dell’assessore Clemente, e al povero Padolino. Entrambi martiri – ognuno a suo modo – di una città che ama solo parlarsi addosso.