Milan, dopo l'eliminazione dall'Europa League, arriva la condanna dell'Uefa
Dopo la brutta figura di giovedì con la sconfitta per 3-1 subita ad Atene da parte dell'Olympiacos che è costata al Milan l'esclusione dall'Europa League, per i rossoneri venerdì è arrivata un'altra brutta notizia, con la sentenza Uefa, da parte della camera arbitrale dell’Organo di Controllo Finanziario dei Club (CFCB), relativa al mancato rispetto del Financial Fair Play registrata al tempo dell'ultima gestione Berlusconi.
Con la sentenza odierna, al Milan vengono trattenuti 12 milioni di euro di profitti derivanti dalla partecipazione alla Uefa Europa League 2018/19 e viene impedito di registrare più di 21 giocatori nelle competizioni Uefa 2019/20 e 2020/21. Ma soprattutto il club dovrà rispettare il pareggio di bilancio al 30 giugno 2021 con la sanzione automatica, se ciò non dovesse accadere, dell'esclusione dalla partecipazione ad una delle competizioni Uefa per i due anni successivi: 2022/23 e 2023/24.
Una decisione dura da parte della Uefa? Tutto sommato non sembrerebbe. C'è solo da capire quanto potrà incidere la necessità del pareggio di bilancio sulle ambizioni del club in rapporto agli investimenti relativi all'acquisto di nuovi giocatori per rinforzare la rosa, anche se non bisogna dimenticare che le potenzialità di fatturato per il Milan, fornite dal proprio bacino di utenza, non sono certo trascurabili.
Come è già accaduto in passato la società rossonera potrà appellarsi anche contro questa sentenza, presentando nuovamente ricorso al TAS, Tribunale Arbitrale dello Sport, come previsto dall'articolo 34 (2) delle Norme procedurali dell'Organo Uefa di Controllo Finanziario dei Club e dagli articoli 62 e 63 degli Statuti Uefa.
Al momento, nessun dirigente rossonero ha rilasciato dichiarazioni al riguardo.