Il 15 aprile, rigorosamente in videoconferenza, ha avuto luogo la seconda riunione della Commissione medico scientifica della FIGC, con lo scopo di tracciare le linee guida del protocollo sanitario di garanzia per la ripresa degli allenamenti finalizzati alla ripartenza dei campionati professionistici. 

Oltre al Prof. Paolo Zeppilli,  hanno partecipato Roberto Cauda (prof. di Malattie Infettive dell’Università Cattolica), Massimo Fantoni (Direttore Unità Covid-19 del Policlinico Gemelli), Walter Ricciardi (componente Oms, consigliere del Ministero della Salute) e Francesco Vaia (Direttore Sanitario dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani), oltre al presidente federale Gabriele Gravina, che ha ricordato a tutti che ha ribadito che il calcio ripartirà quando ripartirà tutto il Paese e che ad oggi si stanno solo mettendo a punto le procedure da attivare non appena le istituzioni daranno il proprio assenso. 

Che cosa si è deciso?

"Il protocollo, ispirato ai principi di semplicità, fattibilità e attendibilità, prevede una serie di prescrizioni e raccomandazioni per l’individuazione e la conservazione di un ‘gruppo squadra’ formato, oltre che dai calciatori, anche dallo staff tecnico, dai medici, dai fisioterapisti, dai magazzinieri e dal personale più a stretto contatto con i calciatori, che risulti completamente ‘negativo’.In via preliminare, il lavoro della Commissione raccomanda il ritiro chiuso almeno per il primo periodo di allenamento (modello preparazione estiva), propedeutico alla piena ripresa dell’attività e con la sorveglianza del medico sociale e/o del medico di squadra. Il ritiro sarà preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) a cui si dovrà sottoporre tutto il ‘gruppo squadra’. Tali indagini prevedono, oltre all’esecuzione del test molecolare rapido e del test sierologico (con la tipologia che sarà indicata dalle autorità competenti), un’anamnesi accurata, una visita clinica (valutazione degli eventuali sintomi e misurazione della temperatura corporea) ed esami strumentali e del sangue. Peraltro, su input della stessa FIGC, per facilitare l’espletamento di tutte le procedure di screening e favorire una migliore organizzazione logistica, è previsto si possa prendere in considerazione la possibilità di consigliare una ripartenza a tre velocità: priorità alla Serie A, per poi proseguire con Serie B e Serie C.Il luogo per l’allenamento deve essere ovviamente sanificato (intendendo per luogo sia il Centro Sportivo sia le palestre, gli spogliatoi e gli alberghi qualora i club non abbiano una propria sede per il ritiro). Il protocollo poi si incentrerà nella gestione del ritiro con attenzioni specifiche alle varie attività di allenamento e sull’organizzazione per l’impiego delle diverse strutture, compresa la sala medica e fisioterapica.Con il contributo del responsabile medico dell’Aia Angelo Pizzi, le prescrizioni saranno adeguate anche ai direttori di gara, tenendo presente le specificità della categoria."

Quanto sopra riassunto, anche se in maniera più dettagliata e particolareggiata, sarà inviato al vaglio dei ministri Speranza (Salute) e Spadafora (Sport) per avere conferma della bontà dei provvedimenti e, nel caso fosse ritenuto necessario, per aggiungere eventuali integrazioni. 

Detto questo, non può non sorgere spontanea la domanda che nelle misure sopra elencate non sembra essere prevista: se qualcuno dovesse risultare positivo durante la ripresa degli allenamenti o dopo la ripresa del campionato, che cosa accadrà?