Prontooo... Mo me senti? BBene.
Mbe? A ma'... come so' annata?
'no schifo? Dichi? Davero davero? Li mortacci...
Ma che devo da fa' con questi quattro sgallettati che me stanno fra li cojoni. So' tutti cazzabubboli, me devo sempre d'ammischia' 'e carte... sennò me sgamano...
Vabbè...

Chissà se la sora premiere, Giorgia Meloni, si è riascoltata dopo la conferenza stampa di Cutro, alla fine del CdM che nel poneriggio di oggi si è svolto nella sede del Municipio.

Insieme a lei, Tajani, Salvini, Piantedosi, Nordio e Lollobrigida, il ministro cognato, hanno spiegato il parto odierno del governo post-fascista, che ha sgravato l'ennesimo decreto-legge "in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare".

Le norme introducono una nuova fattispecie di reato e pene più dure per gli scafisti, più centri per la permanenza e il "rimpatrio" e nuove regole per il decreto flussi. Così recita la bozza anti-scafisti:

Chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, quando il trasporto o l'ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone.

In conferenza stampa il ministro dell Giustizia Carlo Nordio ha spiegato che le novità rilevanti del nuovo decreto sono l'introduzione di "un inasprimento delle pene all'articolo 12 del Testo unico sui migranti, che vengono aumentate in maniera consistente" e soprattutto c'è una nuova fattispecie "che punisce con una pena severa da 20 a 30 anni di reclusione quando ne deriva come conseguenza non voluta da parte degli scafisti la morte o la lesione grave o gravissima di più persone. Se fosse voluta ci troveremmo di fronte a omicidio aggravato. ... Il reato è punito secondo la legge italiana anche quando la morte e le lesioni si verificano al di fuori del territorio italiano, se è diretta nel territorio nazionale".

Come sia possibile, però, stabilire che una barca in acque internazionali possa essere diretta o meno in Italia, Nordio non lo ha detto e non ha detto neppure come una norma italiana possa aver validità in acque internazionali. 

La sora premiere Meloni, quando ha sentito riassunta la legge che aveva approvato pochi minuti prima ha tolto la parola a Nordio, subito precisando che sarà comunque oggetto di accordi internazionali. Mah!

Salvini e Piantedosi hanno poi spiegato il potenziamento dei centri di permanenza per i rimpatri. Così il ministro delle Infrastrutture: "In alcune regioni mancano i Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). Con questo decreto, tutte le regioni dovranno dotarsi di almeno un Cpr. E

Ma anche il ministro dell'Interno ha voluto fare una precisazione:"Spesso i Centri sono oggetto di vandalizzazione [sic!] da parte degli occupanti, è una condizione difficile. Puntiamo a velocizzare le permanenze, in quei centri le persone potrebbero uscire prima se collaborassero per l'identificazione".

Questa, invece, è la bozza del decreto flussi:Per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite, in deroga alle disposizioni dell'articolo 3 del decreto-legislativo 25 luglio 1998, n. 286, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Qualora se ne ravvisi l'opportunità, ulteriori decreti possono essere adottati durante il triennio, secondo la procedura di cui ai commi 2 e 3. Le istanze eccedenti i limiti del decreto di cui al comma 1 possono essere esaminate nell'ambito delle quote che si rendono successivamente disponibili con gli ulteriori decreti di cui al presente comma. Al fine di prevenire l'immigrazione irregolare, con i decreti di cui al presente articolo sono assegnate, in via preferenziale, quote riservate ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l'incolumità personale derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari.

Tra le chicche della conferenza, oltre a dire che la strage è avvenuta il "24 febbraio" e un migrante è stato legato da uno scafista al "volante" della barca, la sora Meloni ci ha anticipato che il governo farà una campagna - senza però illustrarla - per spiegare ai migranti, nei Paesi da dove provengono, di restarsene a casa loro, perché in Italia non c'è il paradiso che promettono loro i trafficanti (li ha inseriti perché non li aveva citati da almeno una ventina di secondi)... anzi. 

Come messa in atto della campagna, si può proporre come suggerimento quello di un volantinaggio a tappeto con la faccia della Meloni, quella truce, oppure un video in cui la sora premiere parla con la sua solita vocina con cui vuol fare concorrenza a Thomas Quasthoff. Potrebbe avere successo!

Quello che però la Meloni non ha spiegato è come questa campagna potrà raggiungere gli afghani e come potrà convincere le donne afghane che è meno pericoloso rimanere alla mercé dei talebani che  tentare la sorte di una traversata in mare o tra i Balcani per cercare di vivere una vita degna in un altro Paese. 

C'è anche un altro aspetto che il governo non ha chiarito quando ha lanciato strali contro i trafficanti di esseri umani e chi li finanzia, promettendo loro pene severe nel caso vengano arrestati. Infatti, Meloni e i suoi ministri insieme ai parlamentari della sua maggioranza (e ciò riguarda anche ministri e parlamentari delle due precedenti legislature) dovrebbero trasferirsi in massa a Regina Coeli, visto che finanziano la Guardia Costiera libica, i cui vertici - come tutti sanno - gestiscono il traffico di essere umani in Tripolitania.

Ma non è finita qua.

La Meloni, oltre a battibeccare con i giornalisti che giustamente chiedevano un chiarimento sulla manchevole ricostruzione di Piantedosi riguardo al naufragio al largo di Steccato di Cutro, ha poi dichiarato:"Qualcuno ritiene che le autorità italiane non abbiano fatto qualcosa che potevano fare? In questo momento ci sono 20 imbarcazioni che qualcuno sta soccorrendo in acque italiane, voi parlate, giustamente, di un caso in cui non siamo riusciti, ma nessuno si occupa degli altri. Se qualcuno lo dice o lo lascia intendere, che le istituzioni si girano dall'altra parte, è molto grave non per me o per il governo ma per la nazione che rappresento e non accetto queste ricostruzioni". 

L'ha detto una che ad inizio anno ha licenziato un provvedimento per impedire e ostacolare i salvataggi in mare alle navi delle Ong, aumentando pertanto a dismisura la possibilità di ulteriori annegamenti tra coloro che tentano di arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo.