I bambini sono particolarmente vulnerabili all'inquinamento: gli effetti sulla salute riguardano per lo più l'apparato respiratorio .

In Italia, il 95% dei bambini di età inferiore ai cinque anni è esposto a livelli di inquinamento che superano i livelli raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per garantire la salute pubblica, in particolare quello del particolato sottile PM 2.5.

I bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento per più motivi: primo tra tutti la bassa statura, che li rende più a rischio di inalare gli inquinanti che vanno a depositarsi sul suolo.

In secondo luogo, perché i bambini presentano tessuti ad elevatissima attività replicativa. Gli inquinanti, quindi, possono agire sulla replicazione cellulare, con potenziali effetti cancerogeni.

Tuttavia gli inquinanti non sono esclusivamente quelli atmosferici: attraverso le piogge, queste sostanze raggiungono il suolo ed entrano nella catena alimentare. Per questo motivo, anche l'ingestione di alimenti contaminati da inquinanti presenti sul suolo può causare dei problemi alla salute dei bambini.

Un crescente insieme di ricerche mostra che l’esposizione all’inquinamento atmosferico, specialmente durante la gravidanza e l’infanzia, può avere un impatto negativo sullo sviluppo del cervello.

Ora uno studio condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal) ha scoperto che l’esposizione al biossido di azoto (NO2) durante i primi due anni di vita è associata a una minore capacità di attenzione nei bambini di età compresa tra 4 e 8 anni, specialmente nei ragazzi. L’NO2 è un inquinante che deriva principalmente dalle emissioni del traffico.

Lo studio, pubblicato su Environment International, mostra che una maggiore esposizione all’NO2 è stata associata a una peggiore funzione dell’attenzione nei bambini dai 4 ai 6 anni, con una maggiore suscettibilità a questo inquinante osservato nel secondo anno di vita. Questa associazione persisteva all’età di 6-8 anni solo nei ragazzi, con un periodo di suscettibilità leggermente maggiore dalla nascita ai 2 anni di età.

I ricercatori hanno utilizzato i dati di 1.703 donne e i loro figli delle coorti di nascita del progetto INMA in quattro regioni spagnole. Utilizzando l’indirizzo di casa, i ricercatori hanno stimato l’esposizione residenziale giornaliera all’NO2 durante la gravidanza e i primi 6 anni di infanzia. In parallelo, hanno valutato la funzione di attenzione (la capacità di scegliere a cosa prestare attenzione e cosa ignorare) a 4-6 anni e 6-8 anni, e la memoria di lavoro (la capacità di trattenere temporaneamente le informazioni) a 6-8 anni, utilizzando test computerizzati convalidati.

“Questi risultati sottolineano il potenziale impatto dell’aumento dell’inquinamento atmosferico legato al traffico sullo sviluppo ritardato della capacità di attenzione ed evidenziano l’importanza di ulteriori ricerche sugli effetti a lungo termine dell’inquinamento atmosferico nelle fasce d’età più anziane“, spiega Anne-Claire Binter, una delle autrici dello studio e ricercatrice post-dottorato presso ISGlobal.

La funzione di attenzione è cruciale per lo sviluppo delle funzioni esecutive del cervello, che gestiscono e controllano azioni, pensieri ed emozioni per raggiungere un obiettivo o uno scopo. “La corteccia prefrontale, una parte del cervello responsabile delle funzioni esecutive, si sviluppa lentamente e sta ancora maturando durante la gravidanza e l’infanzia“, aggiunge Binter. Questo lo rende vulnerabile all’esposizione all’inquinamento atmosferico, che è stato collegato negli studi sugli animali all’infiammazione, allo stress ossidativo e al metabolismo energetico compromesso nel cervello.

“Nei ragazzi, l’associazione tra l’esposizione a N02 e la funzione di attenzione può durare più a lungo perché il loro cervello matura più lentamente, il che potrebbe renderli più vulnerabili“, sottolinea. Per capire meglio questo, gli studi futuri dovrebbero seguire le persone nel tempo per vedere come l’età e il sesso influenzano la relazione tra inquinamento atmosferico e capacità di attenzione, specialmente nei gruppi di età più avanzata.In conclusione, “questo studio suggerisce che la prima infanzia, fino all’età di 2 anni, sembra essere un periodo rilevante per l’attuazione di misure preventive”, afferma Binter. “Anche un piccolo effetto a livello individuale da livelli relativamente bassi di esposizione, come in questo studio, può avere grandi conseguenze a livello di popolazione. L’esposizione all’inquinamento atmosferico legato al traffico è quindi un fattore determinante della salute delle generazioni future”.

Isde News   


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