I cittadini filippini che non canteranno con trasporto e passione il loro inno nazionale correranno il rischio di dover pagare una multa salata.
Questa è la proposta di legge presentata da Maximo Rodriguez e approvata lo scorso lunedì in uno dei due rami del Parlamento. Nel caso venisse approvata anche al Senato, i filippini che non cantassero bene il loro inno dovranno pagare una sanzione di 100.000 pesos filippini, poco più di 1.700 euro.
Lupang Hinirang, questo il titolo dell'inno che significa Patria Adorata, che viene suonato all'inizio e alla fine della programmazione tv e anche durante gli spettacoli pubblici, ad esempio prima della proiezione di un film con gli spettatori che devono cantarlo stando anche in piedi.
Secondo l'estensore della legge, «l'inno nazionale incarna ed esprime le aspirazioni, i sogni, gli ideali, i desideri, l'impegno e la determinazione, il nazionalismo e il patriottismo, il sentimento e lo spirito del popolo filippino.»
Una conseguenza del virus di un nazionalismo inutile e di facciata che, elemento non certo confortante, sta invadendo non solo l'Europa, ma anche altre aree del mondo.
Ad esempio in India, già dallo scorso, gli spettatori che vanno a vedere un film sono costretti ad ascoltare l'inno nazionale prima di una proiezione, naturalmente stando in piedi e mostrando il massimo rispetto possibile.