Siamo ormai alla vigilia della prima riunione del nuovo parlamento della Catalogna e Mariano Rajoy, leader del Partito Popolare e primo ministro del Governo spagnolo, in una riunione del Comitato direttivo nazionale del PP riunito per tirare le somme dell'anno trascorso e fare un bilancio dell'attività del Governo e di quella del partito, ha anticipato quali saranno le decisioni in merito alle possibili mosse degli indipendentisti.

Innanzitutto, per Rajoy, il disastroso risultato del PP catalano nelle urne è stato motivato come conseguenza dell'applicazione delle misure dell'articolo 155. In compenso, ha indicato come positivo il fatto che primo partito sia risultato un partito non indipendentista.

Pur riconoscendo che l'attuale situazione in Catalogna è anomala, Rajoy ha dichiarato che se Puigdemont dovesse chiedere di essere nominato presidente della Generalitat le misure del 155 non sarebbero ritirate.

Secondo lui non c'è nessuna possibilità, dal punto di vista costituzionale, che Puigdemont possa avanzare la propria candidatura a presidente rimanendo a Bruxelles, facendosi rappresentare tramite delega o utilizzando qualsiasi altro escamotage.

Per essere eletto, il presidente deve presentarsi in Parlamento, di persona, e chiedere il voto ai parlamentari in aula. E, tanto per escludere qualsiasi eventualità, Rajoy ha aggiunto che se Puigdemont riuscisse comunque a farsi eleggere presidente, per governare non potrebbe farlo a distanza, dovendo per prima cosa assumere la carica presentandosi in Parlamento perché questa sia valida.

È un circolo vizioso, quello illustrato da Rajoy. Infatti le misure del 155, in base al decreto votato dal Senato, non potranno essere revocate finché il nuovo presidente non entrerà in carica. E l'unico che al momento, più di altri, ha la reale possibilità di diventare nuovo presidente del governo catalano, Carles Puigdemont, sarebbe comunque arrestato appena dovesse mettere piede in Spagna. Pertanto, non avrebbe alcuna possibilità di presentarsi in Parlamento ed entrare in carica.

E per sottolineare le contraddizioni della democrazia in Europa nel 2018, vale la pena ricordare il tweet inviato da Puigdemont in riposta alle tesi espresse da Rajoy, ricordandogli che nelle elezioni del 21 dicembre il suo partito ha preso solamente 4 seggi e che, in questo momento, lui sta governando la Catalogna da Madrid. A distanza... la stessa modalità che Rajoy ha detto a Puigdemont che non è consentita dalla legge!