I sindaci italiani presentano all'Europa un manifesto per creare "città salutari", intitolato La salute nelle Città: bene comune.

Il manifesto è stato realizzato da Health city institute con il patrocinio di ANCI, Federsanità, Istituto superiore di sanità e Cities changing diabetes, con lo scopo di definire porcedure e atti concretgi da refalizzare nelle città per migliorare gli stili di vita e lo stato di salute dei cittadini, con l’obiettivo di realizzare "Health cities", cioè città consapevoli dell’importanza della salute come bene collettivo.

Quali sono i principi di questo manifesto? Rendere la salute dei cittadini il fulcro di tutte le politiche urbane, assicurare un alto livello di alfabetizzazione e di accessibilità all’informazione sanitaria per tutti i cittadini, inserire l’educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, incoraggiare stili di vita sani, promuovere una cultura alimentare appropriata, ampliare e migliorare l’accesso alle pratiche sportive, sviluppare politiche locali di trasporto urbano orientate alla sostenibilità ambientale, promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l’inclusione sociale nel contesto urbano, studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini, attraverso una forte alleanza tra Comuni, Università, Aziende sanitarie, Centri di ricerca, industria e professionisti.

Così ha commentato l'iniziativa il presidente del Consiglio nazionale dell’ANCI e sindaco di Catania Enzo Bianco: «Bisogna acquisire la piena consapevolezza che nella materia della salute l’Italia vuole giocare una partita importante in Europa. Per questo è indispensabilefare squadra con Stato, Regioni, Comuni ed aziende sanitarie: indipendentemente dalle loro specifiche competenze i Sindaci non possono non occuparsi di queste problematiche».

Il manifesto, presentato oggi a Roma, verrà proposto da parte della delegazione italiana del Comitato delle Regioni al Parlamento europeo per la sua approvazione.