Prima del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre, il premier Conte, come da prassi, è andato in Parlamento per riassumere le posizioni dell'Italia sui vari temi in agenda. In particolare, il 13 dicembre i Capi di Stato e di Governo dei 27 Stati membri si riuniranno per discutere di questioni finanziarie e monetarie, nel cosiddetto Eurosummit che avrà all'ordine del giorno anche la riforma del Trattato riguardante il Meccanismo europeo di stabilità. Camera e Senato si sono espresse con un voto sulla risoluzione relativa al MES formulata dal premier Conte.

La Camera ha dato il suo appoggio a Conte votando la risoluzione di maggioranza con 291 voti a favore e 222 no e respingendo la risoluzione di minoranza. Lo stesso è avvenuto poco prima delle 20 al Senato, dove la risoluzione di maggioranza è passata con 164 sì contro i 122 no.

Oltre alle sceneggiate promosse sul MES dagli estremisti di destra di Camera e Senato, ampiamente annunciate e previste, nelle rispettive aule si sono fatti notare i distinguo di alcuni parlamentari a 5 stelle.

Alla Camera sono stati 14 i deputati M5s che non hanno partecipato al voto sulla risoluzione di maggioranza: Massimo Baroni, Emilio Carelli, Luciano Cillis, Gianfranco Di Sarno, Alessandra Ermellino, Francesco Forciniti, Stefania Mammì, Michele Nitti, Cosimo Gaetano Pignatone, Eugenio Saitta, Simona Suriano, Patrizia Terzoni, Raffaele Trano e Andrea Vallascas.

Al Senato, alcuni parlamentari grillini sono stati più espliciti dei loro colleghi alla Camera, facendo delle dichiarazioni in dissenso rispetto alla risoluzione della maggioranza e votando contro, nonostante quanto detto in Aula da Conte avesse ricevuto il placet del Movimento. Sono Gianluigi Paragone, Francesco Urraro, Ugo Grassi e Stefano Lucidi, con gli ultimi tre che non hanno escluso di uscire dal gruppo 5 Stelle.

In relazione al possibile addio di alcuni parlamentari, il capo politico del movimento e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si è espresso in questi termini, rispondendo ad alcuni giornalisti durante la sua visita a Tirana: «So, come sapete voi da notizie di stampa, che ci sarebbero voci di parlamentari che cambiano casacca e vanno nella Lega.

E questa è la dimostrazione del fatto che, quando Matteo Salvini ha capito che questo governo va avanti, vuole fare le riforme, vuole cambiare questo Paese, che il primo gennaio scatterà la prescrizione che non piace al suo amico Berlusconi, che abbiamo fatto la legge anticorruzione, che stiamo per fare la riforma della giustizia, tutte cose che lo preoccupano, ha deciso di aprire il mercato delle vacche.

Io mi auguro che a questo mercato non partecipi nessuno, ma è evidente che dalla Lega stiamo vedendo quello che provava a fare Berlusconi ai tempi di De Gregorio. Non so con quale modalità, ma è evidente che c’è un mercato delle vacche che la Lega sta portando avanti e mi auguro che, se ci dovessero essere gli estremi, le autorità giudiziarie possano verificare il tutto».

E siamo solo agli inizi...