La Court of Session, che si riunisce nella stessa sede del Parlamento di Edimburgo è la suprema corte scozzese che si occupa di cause civili e tra le sue funzioni, vi è anche quella di agire come corte di appello.

E per tale motivo, alla Court of Session si sono rivolti gli oltre 70 deputati guidati dalla parlamentare dello SNP Joanna Cherry, dopo che il primo ricorso da loro presentato contro la chiusura (proroga) imposta da Boris Johnson alla Camera dei Comuni era stata respinta dal giudice di un tribunale scozzese, Lord Doherty, la scorsa settimana.

Lord Doherty, nell'occasione, aveva dichiarato che Johnson non aveva infranto la legge con la "proroga", che di fatto chiude le attività nel Parlamento fino al 13 ottobre, aggiungendo che spettava ai parlamentari e all'elettorato giudicare le azioni del primo ministro e non ai tribunali.

Di tutt'altro avviso, invece, il parere espresso dai tre giudici della Court of Session che hanno dichiarato di non concordare con la sentenza di Lord Doherty, perché le ragioni di questa proroga richiesta da Boris Johnson sono da classificare come un uso illegittimo del potere.

Secondo uno dei tre giudici, Lord Brodie, "questo è stato un caso eclatante di mancato rispetto degli standard di comportamento generalmente accettati dalle autorità pubbliche.

Bisogna dedurre che le ragioni principali della proroga hanno come unico scopo quello di impedire al Parlamento di esercitare il proprio ruolo, nello specifico, in materia di Brexit in modo da consentire all'esecutivo di perseguire un disegno politico che permetta al Regno Unito di uscire dall'Unione europea senza alcun accordo e senza che la Camera dei Comuni possa intervenire al riguardo".

Nel corso dell'udienza, il governo britannico non è riuscito a convincere i giudici di avere un valido motivo per giustificare la richiesta di proroga.

Pertanto, la Court of Session ha sentenziato che il governo del Regno Unito e il primo ministro Johnson abbiano agito con il solo scopo di limitare l'attività del Parlamento in relazione alla Brexit, definendo illegale la sua chiusura e aggiungendo di aver indotto in errore la regina a consigliarla nel concedere la proroga.

Pertanto, nella sentenza espressa oggi, la Court of Session dichiara che il suggerimento del premier alla regina per dare il suo assenso alla sospensione delle attività nel Parlamento è da considerarsi illegale, quindi nullo e privo di effetto.

Da Downing street si è fatto sapere che verrà presentato ricorso alla Corte Suprema che esprimerà un giudizio definitivo con una sentenza che sarà emessa il prossimo 17 settembre.

Nel frattempo, le opposizioni, oltre a festeggiare per la decisione della corte di appello scozzese, hanno già chiesto che il Parlamento venga riaperto all'istante, senza attendere la sentenza definitiva.