In poche ore, tra il 24 e il 25 marzo, tre lavoratori hanno perso la vita in altrettanti incidenti sul lavoro, riaccendendo il dibattito sull'emergenza sicurezza in Italia. Gli ultimi dati Inail di gennaio, allarmanti, confermano un trend in crescita: 45 denunce di decessi in occasione di lavoro (+36,4% rispetto allo stesso periodo del 2023) e 14 morti in itinere (+16,7%). 

Nella notte del 24 marzo, Daniel Tafa, 22 anni, ha perso la vita nello stabilimento Stm di Molino di Campagna (Pordenone), azienda specializzata nella lavorazione dell'acciaio a caldo. Secondo le prime ricostruzioni, un'esplosione improvvisa di uno stampo avrebbe scagliato frammenti metallici contro il giovane, provocandogli gravissime lesioni interne. I colleghi, accortisi dell'incidente, hanno allertato i soccorsi, ma le manovre di rianimazione sono risultate vane. Sul posto sono intervenuti Vigili del Fuoco, Carabinieri e Spisal per accertare le dinamiche. Il corpo è stato posto a disposizione della magistratura.  

Poche ore dopo, a Sant'Antonio Abate (Napoli), Nicola Sicignano, 51 anni, è morto schiacciato da un macchinario nello stabilimento di smaltimento rifiuti dove lavorava. L'uomo sarebbe rimasto incastrato con braccio e testa in un nastro trasportatore. L'area è stata sequestrata e le indagini, coordinate dalla Procura, punteranno a chiarire le responsabilità e le eventuali carenze nelle misure di sicurezza.  

Nella mattina del 25 marzo, un terzo episodio ha coinvolto un operaio 38enne residente a Orvieto, travolto da un mezzo pesante mentre svolgeva lavori di manutenzione sulla carreggiata nord dell'Autostrada del Sole. La Polizia Stradale indaga per ricostruire le dinamiche, con la collaborazione di Autostrade per l'Italia e della ditta esterna coinvolta.  

"La strage non si ferma: tre morti in poche ore e in Campania già cinque dall'inizio dell'anno", ha dichiarato Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania. "Chiediamo leggi severe e controlli efficaci per fermare questa mattanza. La sicurezza deve essere priorità assoluta". Ricci ha ricordato i referendum promossi dalla Cgil per l'8-9 giugno, volti ad abrogare norme che "non tutelano i lavoratori", e ha puntato il dito contro le "società fantasma" che eludono controlli e responsabilità. "Il governo mostri sensibilità: non bastano le denunce, servono fatti".  

I tre casi, seppur diversi per dinamiche, riflettono problemi comuni: formazione carente, mancata applicazione delle norme, macchinari obsoleti e ritmi insostenibili. L'appello della Cgil a intervenire sull'intera filiera produttiva, perseguendo gli evasioni delle regole, sembra l'unica via per invertire una tendenza che trasforma il lavoro in una roulette russa