«Un lockdown così come lo abbiamo conosciuto, con un Paese immobile e le fabbriche chiuse è impensabile, perché ci metterebbe in ginocchio dal punto di vista economico. L’Italia non può permetterselo. Certo è vero, i contagi stanno aumentando e bisogna anticipare misure più stringenti proprio per evitare di farci trovare impreparati. Ieri sono state varate le prime e ora è importante essere vigili e tenere alta la guardia. In questa situazione, ho immediatamente manifestato la disponibilità della Farnesina a mettersi in moto, per dare sostegno e aiuto concreto.Abbiamo sempre ascoltato attentamente il comitato e credo che in questo momento il dovere della politica sia ricevere input dalle autorità sanitarie per poi fare la tara e implementare misure che concilino la tutela della vita, che per noi è la priorità, con la stabilità della nostra economia.Quella con i sindaci è una polemica che francamente faccio fatica a comprendere. Siamo in un momento delicatissimo per il nostro Paese e credo che la cosa più importante in questo momento sia parlarsi e trasmettere agli italiani un messaggio di unità. Non capisco questa continua rincorsa mediatica. L’importante è individuare un metodo che metta al sicuro gli italiani nei propri Comuni e territori. A nome del governo penso di poter dire senza problemi che da parte nostra c’è la massima disponibilità a dialogare con gli enti locali».
Le parole sopra riportate sono state dette dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Dando per acquisito che quanto riassunto da Di Maio sia la posizione del Governo, passiamo adesso a commentare se effettivamente quanto dichiarato dal ministro degli Esteri corrisponda alla realtà.
Sulla questione dei sindaci, si può concordare con quello che Di Maio ha detto, aggiungendo che le stesse autorità locali, che adesso parlano di "scaricabarile", fino a qualche ora prima che il nuovo dpcm venisse pubblicato chiedevano più autonomia che consentisse loro di esprimere al meglio, in funzione anti Covid, il loro controllo sul territorio. Dopo che l'autonomia è stata loro riconosciuta, improvvisamente è diventata esagerata perché le competenze della polizia locale, di cui i sindaci sono responsabili, sono limitate... dimenticandosi che comunque possono contattare il prefetto da cui dipendono e chiedere a lui un'azione di coordinamento per il controllo del territorio, incluedndo anche le forze dell'ordine.
Ma in Italia sembra che ogni occasione sia utile per fare polemica. E se i sindaci storcono il naso, figuriamoci le opposizioni che, dopo aver detto in tutte le salse che le autonomie locali non erano coinvolte in funzione anti Covid nella gestione del territorio di competenza nonostante il loro ruolo... una volta che lo sono state non va più bene, perché ciò è da leggersi come una deresponsabilizzazione del Governo in relazione all'emergenza coronavirus!
Per il resto, però, quanto detto da Di Maio, e pertanto dal Governo, su come dover affrontare quella che adesso è per tutti la seconda ondata della pandemia va etichettata come una speranza, se non una pia illusione.
Ad oggi i nuovi casi di contagio non sono più tracciabili. Che significa? Che adesso non è più possibile capire chi abbia contagiato chi. Questo vuol dire che la circolazione del virus è diffusa tanto da non poter essere tenuta sotto controllo tracciando tutti gli asintomatici.
In pratica, sta accadendo quello che era accaduto a gennaio e febbraio con due sole differenze: adesso sappiamo che il contagio è presente nel Paese e che questo è esteso non solo in tre o quattro regioni, ma in tutte le regioni.
Che Di Maio e il Governo lo vogliano ammettere oppure no, il numero attuale di nuovi casi, con un ritardo di alcuni giorni, porterà a cascata a nuovi ricoveri. Di questi il 10% finirà in terapia intensiva.
I ricoverati Covid impediranno agli ospedali di svolgere la normale attività verso gli altri malati, le terapie intensive si affolleranno nuovamente e il personale medico sarà di nuovo insufficiente a fronteggiare i nuovi malati. Poi, aumenterà anche il numero di morti.
Un film già visto, che le misure dell'ultimo dpcm, così come quelle di eventuali coprifuoco notturni, non possono contrastare, perché il contagio è diffuso nei luoghi di lavoro, negli uffici, sui mezzi di trasporto pubblici, nelle scuole... è un fatto che qualsiasi dpcm non può contrastare.
Sicuramente un nuovo lockdown non possiamo permettercelo, ma va considerato anche che la pandemia non si porrà lo stesso problema e continuerà a contagiare quante più persone possibile, di cui una percentuale tra il 3 e il 5 percento è condannata a morire.
Ma in Italia, un nuovo lockdown non è possibile... almeno finché il numero di morti non inizierà a crescere. E già adesso sappiamo che crescerà... sensibilmente.