L'ultimo bilancio dell'esplosione di martedì pomeriggio a Beirut ha provocato la morte di almeno 137 persone e il ferimento di altre 5.000, anche se il bilancio, purtroppo, continua ad essere provvisorio, poiché sono ancora numerosi i dispersi, alla cui ricerca sono dedicate le squadre di soccorso costituite soprattutto da militari.
Il ministro della Salute Hamad Hasan ha consigliato a chiunque fosse in grado di farlo di andare via da Beirut, per evitare di essere esposti alla contaminazione di sostanze che, sprigionatisi nell'aria dopo le deflagrazioni, potrebbero avere, a lungo termine, anche effetti mortali.
In base a quanto dichiarato dal presidente Michel Aoun, l'esplosione è stata causata da 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio immagazzinate in modo non sicuro in un magazzino del porto.
Molti libanesi hanno accusato di quanto accaduto le autorità colpevoli di corruzione, negligenza e mala gestione della cosa pubblica.
E le autorità, a loro volta, hanno accusato i dirigenti del porto di Beirut mettendoli agli arresti domiciliari... perlomeno quelli "che si sono occupati dell'immagazzinamento e della custodia del nitrato di ammonio che era in giacenza al porto dal giugno 2014, secondo quanto dichiarato dal ministro dell'Informazione Manal Abdel Samad.
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella ha inviato al Presidente della Repubblica Libanese, Michel Aoun, il seguente messaggio: "Ci stringiamo con affetto all'amico popolo Libanese. Il nostro pensiero va alle numerosissime vittime della tragedia e alle loro famiglie, mentre con viva speranza auguriamo ai feriti una pronta e completa guarigione".
Per gli americani, l'esplosione potrebbe non essere stata accidentale, ma voluta, anche se ipotesi su modalità e innesco, oltre che sulle motivazioni di quello che diverrebbe di conseguenza un attentato, non sono state fornite.