Nelle prime ore del 22 giugno scorso, il mondo ha assistito a un evento militare senza precedenti: gli Stati Uniti hanno colpito tre impianti nucleari in Iran – Fordow, Natanz e Isfahan – utilizzando la GBU-57 Massive Ordnance Penetrator (MOP), la più potente bomba convenzionale anti-bunker mai utilizzata in un conflitto reale. A bordo di bombardieri stealth B-2 Spirit, l’ordigno ha fatto il suo debutto operativo in una delle missioni più complesse e simboliche degli ultimi decenni. Ma cosa rende questa bomba così micidiale?


GBU-57 MOP: non è una bomba qualsiasi

La GBU-57 MOP è un’arma progettata per un solo scopo: distruggere strutture sotterranee profondamente fortificate, come bunker, centri di comando e impianti nucleari sepolti sotto decine di metri di roccia e cemento. Con un peso superiore alle 13 tonnellate (oltre 13.600 kg), rappresenta un salto di qualità nella guerra contro obiettivi ad alta protezione.

1. Acciaio, forza bruta e precisione: l’involucro
L’80% della massa della MOP è costituito da acciaio ad altissima densità. Non si tratta di un dettaglio ingegneristico secondario: questo le consente di penetrare fino a 60 metri di terreno o oltre 19 metri di cemento armato prima di esplodere. L'acciaio impiegato – noto come Eglin Steel – è una lega progettata per resistere a impatti estremi, mantenendo l’integrità strutturale durante la perforazione. Con i suoi 6,2 metri di lunghezza e 80 cm di diametro, è una vera e propria trivella supersonica.

2. Una carica esplosiva calibrata per ambienti chiusi
La potenza distruttiva della MOP non si esaurisce nella sua capacità di penetrazione. Una volta raggiunto il punto critico, entra in funzione la sua carica interna: circa 2.400 kg di esplosivo avanzato, una miscela di AFX-757 e PBXN-114. Questi composti, altamente stabili e performanti, sono studiati per generare onde d'urto devastanti in spazi confinati, perfetti per frantumare non solo strutture fisiche, ma anche sistemi elettronici, linee di comunicazione e impianti vitali come quelli di ventilazione.

3. Guida di precisione e detonazione intelligente
Contrariamente alle bombe a caduta libera, la GBU-57 è un’arma guidata. Il suo sistema GPS/INS (navigazione inerziale e satellitare) le consente di colpire con precisione chirurgica anche in ambienti saturi di contromisure elettroniche. A bordo è integrata anche una spoletta elettronica avanzata, la Large Penetrator Smart Fuze (LPSF), che ritarda la detonazione fino al raggiungimento della profondità ottimale. Può attivarsi in base al numero di strati penetrati o secondo un timer impostato, garantendo un’esplosione perfettamente mirata.

 
Non solo una bomba: un messaggio geopolitico

L’impiego della GBU-57 MOP in Iran non è stato solo un atto bellico, ma un messaggio chiaro: nessun bunker è inviolabile. Washington ha dimostrato di poter colpire con precisione letale obiettivi strategici profondamente protetti, usando mezzi convenzionali, senza ricorrere ad armi nucleari.

L’azione del 22 giugno rappresenta uno spartiacque nelle dinamiche del deterrente militare. Chiunque pensi che nascondere un impianto sotto una montagna basti a renderlo invulnerabile, dovrà rivedere i propri calcoli. E questo, oggi, riguarda non solo l’Iran.