Dopo una settimana dalla data in cui la Brexit ha finalmente preso il via, una prima piccola inchiesta condotta dalla BBC riporta le impressioni iniziali di coloro che per primi si sono trovati a dover affrontare le nuove regole nei rapporti con l'Europa: in pratica tutte le imprese che operano nel settore della distribuzione e della logistica.

Maggiore burocrazia e maggiori costi è il commento dei responsabili di varie aziende che dal 1° gennaio, oltre a pagare nuovi oneri,  hanno dovuto risolvere difficoltà ed imprevisti che stanno già provocando confusione e ritardi, nonostante che in questo periodo i flussi commerciali siano ridotti di quasi la metà rispetto al normale.

Le piccole difficoltà, annunciate dal Governo britannico come inevitabili all'entrata in vigore della Brexit, non sono poi così tanto marginali come era stato dichiarato e con il progressivo ritorno ai flussi normali negli scambi commerciali dopo la pausa natalizia, si teme che i ritardi attuali si trasformino in caos.

Ma nei porti non si segnalano al momento problemi! È vero spiegano alcuni trasportatori, ma i ritardi sono ben visibili nelle loro sedi, dove i camion continuano a sostare in attesa di ottenere la documentazione corretta in grado di soddisfare le nuove procedure burocratiche imposte dalla Brexit. Un problema che riguarda anche le consegne delle merci verso l'Irlanda che fa parte dell'Unione europea.

Quando si tratta di prodotti a media e lunga conservazione i ritardi non creano grossi problemi alle merci, ma non è così per i prodotti deperibili, come il pesce dei pescatori scozzesi, che a causa della Brexit potrebbero veder svanire uno sbocco commerciale che finora ne aveva garantito la sopravvivenza.

In questo momento, in attesa di capire quello che potrà accadere in futuro, la Brexit non sembra affatto essere stato un grande affare.