Brexit, Theresa May pensa di chiedere al Parlamento un quarto voto
Lunedì 1 aprile, i parlamentari britannici si esprimeranno di nuovo sulla Brexit con dei "voti indicativi" che, in base al regolamento dell'Aula, dovrebbero dare per l'appunto "indicazioni" sulle intenzioni della maggioranza in relazione ad un determinato argomento: in questo caso, l'uscita del Regno Unito dall'Europa.
L'intenzione di una parte del Parlamento è quella di far rimanere la Gran Bretagna, anche dopo la Brexit, all'interno dell'unione doganale con l'Ue. Però, per il Governo e i "brexiter", ciò andrebbe contro la volontà del referendum, perché in futuro non vi sarebbe per Londra piena autonomia nelle proprie decisioni in relazione agli accordi commerciali.
Inoltre vi è la questione, al momento irrisolvibile, del backstop irlandese che ha finora impedito a Theresa May di convincere i rappresentanti del DUP (partito dell'Irlanda del Nord) alla Camera dei Comuni a sostenere il suo accordo, circostanza che, nel caso venisse risolta, contribuirebbe ad assottigliare coloro che fino a questo momento si sono opposti al trattato da lei firmato con Bruxelles.
Ed è proprio il fatto che nella votazione di venerdì siano stati "solo" 58 i no, con il numero dei conservatori contrari all'accordo che si è ridotto a 34, a convincere la Premier della possibilità di provare a chiedere alla Camera dei Comuni un quarto voto di sostegno, dopo tre bocciature!
Il leader laburista Jeremy Corbyn ha invece invitato Theresa May a modificare il suo accordo o a dimettersi senza perdere altro tempo.
Una possibilità, quest'ultima, che prima di portare a nuove elezioni e ad un allungamento dei tempi della Brexit, potrebbe essere sfruttata anche per dar vita ad un governo di unità nazionale, espressione che in Italia conosciamo molto bene, per trovare un'alternativa all'accordo della premier.
Ipotesi, quest'ultima, non scartata da alcuni parlamentari conservatori che hanno ricordato che anche in passato vi si è fatto ricorso.
Quali sono i prossimi appuntamenti "certi" per la Brexit?
Lunedì 1 aprile i parlamentari si esprimeranno con una ulteriore serie di voti indicativi per verificare l'esistenza di un consenso maggioritario in relazione ad alcuni temi relativi alla Brexit.
Mercoledì 3 aprile, se nel frattempo non ci saranno novità, in Parlamento verranno espressi nuovi "voti indicativi".
Mercoledì 10 aprile è previsto un vertice di emergenza del Consiglio europeo, con i Paesi membri dell'Ue che dovranno essere pronti ad approvare o bocciare una nuova richiesta del Regno Unito per rimandare ulteriormente la data di scadenza della Brexit.
Venerdì 12 aprile, se la Gran Bretagna non avrà chiesto una nuova scadenza per la Brexit o se l'Europa non l'avrà concessa, automaticamente il Regno Unito non farà più parte dell'Unione europea e ci sarà un'uscita senza che un accordo sia stato raggiunto.
Nel caso, invece, venisse fissata una nuova scadenza per la Brexit, dal 23 al 26 maggio si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e i britannici saranno chiamati al voto.