Novak Djokovic, dopo aver perso domenica il secondo ricorso per la sua permanenza in Australia, dall'aeroporto di Melbourne è salito a bordo di un volo Emirates diretto a Dubai. 

Si è chiusa così, dopo una decina di giorni, la saga legata alla possibilità o meno di partecipare all'edizione 2022 degli Open d'Australia, che inizieranno a partire dalla prossima settimana, da parte del tennista serbo. 

Djokovic, 34 anni, aveva presentato ricorso contro la decisione del ministro dell'Immigrazione Alex Hawke con la quale venerdì scorso aveva annullato il suo visto d'ingresso nel Paese, giudicando la sua presenza una minaccia per l'ordine pubblico perché avrebbe incoraggiato il sentimento anti-vaccinazione nel momento in cui l'Australia è alle prese con una recrudescenza nel numero dei contagi legati alla pandemia.

L'appello si è tenuto questa domenica e il giudice James Allsop, a nome del collegio giudicante composto da tre giudici, ha dichiarato ammissibile la decisione del ministro Hawke, specificando che non compete al tribunale decidere sul merito e sulla logica in base alla quale è stata presa. La motivazione tecnica legata alla sentenza sarà comunicata nei prossimi giorni.

Djokovic si è detto deluso per come si è conclusa la vicenda, ma ha aggiunto che avrebbe rispettato la decisione dei giudici seguendo le indicazioni delle autorità per lasciare il Paese... come se avesse avuto altra scelta!

Chi ha vinto e chi ha perso in questa vicenda? 

Vincitori non se ne vedono, anche se il premier australiano Scott Morrison, in vista delle politiche del prossimo maggio, cerca fin da subito di rivendere la fermezza del Governo in chiave elettorale. Ma il problema per gli organizzatori degli Open d'Australia, per le autorità dello Stato del Victoria e per quelle del Governo federale rimane... dato che gli è stato revocato, un visto di conseguenza qualcuno a Djokovic lo ha concesso  per entrare nel Paese!

Chi sia  Djokovic e quali siano le sue posizioni su medicinali, vaccini e pandemia era noto a tutti, pertanto farlo arrivare in Australia senza le opportune verifiche e cautele (anche legate alla comunicazione) è stato un errore.

E lo stesso tennista serbo non si immaginava che comunicare che sarebbe partito per l'Australia (Paese il cui ingresso è condizionato all'obbligo vaccinale) per partecipare agli Open senza dare alcuna spiegazione in merito del perché potesse farlo - visto che è un noto no vax - avrebbe causato un clamore mediatico che avrebbe avuto come conseguenza esattamente tutto quello che è accaduto?

Alla revoca del visto hanno espresso delusione e rabbia, i tifosi di Djokovic, i serbi e le autorità della Serbia, dove il tennista è praticamente un eroe nazionale.

L'ATP, l'organo di governo del tennis maschile ha dichiarato che "la decisione odierna di confermare la cancellazione del visto australiano di Novak Djokovic segna la fine di una serie di eventi profondamente deplorevoli".

Resta da appurare se la revoca del visto consentirà o meno a Djokovic di entrare di nuovo in Australia prima che siano trascorsi tre anni dal provvedimento di espulsione... come di solito avviene.