«Sabato in tribunale a Catania vado a testa alta e sapendo di avervi al mio fianco, rivendicherò non solo il diritto ma il dovere costituzionale di difendere la Patria nel rispetto della legge e a tutela della sicurezza e dell’orgoglio del popolo italiano».
Questa dichiarazione, che non si sa se definire più divertente che assurda, è un esempio di quelle tante che nelle prossime ore e nei prossimi giorni ci verranno proposte da Matteo Salvini e dai suoi propagandisti in occasione della prima udienza del primo processo che a Catania lo vede imputato per sequestro di persona.
Al di là di ciò che deciderà il tribunale, è paradossale che uno come Salvini possa dichiarare di aver difeso "la Patria nel rispetto della legge e a tutela della sicurezza e dell’orgoglio del popolo italiano", impedendo lo sbarco a dei disgraziati da giorni a bordo di una nave. Disgraziati che potevano essere accolti in attesa di essere ricollocati anche in altri Paesi europei, come poi è avvenuto.
Ma per il presunto sequestratore tenere prigioniere delle persone in mezzo al mare era un mezzo utile per aumentare cinicamente il proprio consenso... e così ha fatto.
Adesso, vuole pure votarsi al martirio, cercando di far diventare un processo di cui vergognarsi, un evento da promuovere e di cui andar fieri.
E per metter su un tale grottesco ribaltamento della realtà, Salvini ha organizzato a Catania e dintorni una 3 giorni di appuntamenti, che culminerà il 3 ottobre, giorno del processo, con l'evento "Catania, capitale europea della Libertà!".
In un Paese democratico ognuno è libero, nel rispetto della legge, di fare quel che crede. Così pure Salvini è libero, anzi liberissimo, di organizzare tutte le carnevalate che ritiene più opportune.
Meno comprensibili, invece, sono coloro che a tali carnevalate partecipano con convinzione, credendo pure a certi messaggi. È vero, in base agli ultimi sondaggi diminuiscono progressivamente e sensibilmente gli italiani che accettano di farsi prendere per il ... naso da Salvini. Sono comunque sempre troppi.
Costoro, però, per avere qualche certezza in più sulla credibilità di Salvini, prima di accettarlo come martire, dovrebbero pretendere anche qualche spiegazione in relazione alla disinvoltura con cui il partito, di cui è segretario, ha finora gestito i soldi pubblici e non, per la propria attività politica. Non è una questione di poco conto e andrebbe chiarita al più presto da uno che già nel simbolo del partito si propone come futuro premier.
Infatti, se la "sua" Lega ha fatto sparire in paradisi fiscali i 49 milioni della Lega di Bossi, averlo come premier a gestire le finanze di un intero Paese è un'eventualità che non lascia tranquilli.