Ormai da tempo nel dolente capitolo della sanità pubblica si lamenta l'inadeguatezza dei Pronto Soccorso a fare fronte alle esigenze della gente.

Ogni volta che sui media scoppia il caso (Ospedale di Nola oggi, chissà dove domani) tutti fanno finta di cadere dal pero e magari se la prendono con chi, i Pronto Socccorso li deve gestire in prima persona.

Ma è ormai sotto gli occhi di tutti, che se ai Pronto Soccorso si presenta sempre più gente per un raffreddore o per il sangue dal naso e poi lì passa in attesa praticamente tutta la giornata, magari rubando tempo e spazio a casi più gravi, è semplicemente perché non ha nessun altro a cui rivolgersi.

Quando il cosiddetto "medico di famiglia" invece che essere a disposizione almeno dalle 9 alle 17 come un qualuque altro lavoratore, "riceve" solo per appuntamento e tre volte alla settimana dalle 10 a mezzogiorno (o poco più) è assolutamente inevitabile che poi il paziente (grave o meno grave) in mancanza di altro si rivolga alla sanità d'emergenza.

Getti la pietra chi non si rivolge regolamente alla segretaria di studio per ottenere ricette praticamente fai da te, e il medico non lo incontra casualmente, forse, un paio di volte l'anno.

Fate salve le debite eccezioni (che in quanto eccezioni confermano la regola) questo è l'andazzo.

Che fine ha fatto il progetto di riunire diversi medici di famiglia in ambulatori aperti 24 ore su 24?

E' stato boicottato proprio dai medici di famiglia? Forse no, ma a pensar male...

Di questo si dovrebbe fare carico il Ministro della Sanità, che bene ha fatto a difendere i responsabili del Pronto Soccorso di Nola, ma ora dovrebbe muovere un po' più il sederino e darsi concretamente da fare!