La funzione del G7, nato per facilitare le iniziative macroeconomiche condivise dai suoi membri in risposta al crollo del regime di tasso di cambio fisso del 1971 durante il Nixon Shock, è principalmente quella di concordare politiche tra i Paesi partecipanti per monitorare gli sviluppi dell'economia mondiale.

Invece, dal momento in cui è entrato in carica, il presidente Usa Donald Trump ha fatto di tutto e di più per litigare con tutti gli altri Paesi del G7, iniziando dalla Cina per finire, qualche ora fa, per minacciare la Francia di voler rivedere i dazi sulle importazioni di vino.

Non solo, mentre Boris Johnson ricatta l'Europa con la minaccia di una hard Brexit nel caso non venga ritirato l'accordo sul backstop, per gestire il traffico di merci tra le due Irlande, dal trattatto siglato a suo tempo con Theresa May, Trump promette al Regno Unito un grande accordo commerciale non appena si sarà liberato dalla "catena alla caviglia" che lo lega all'Europa.

Come sia possibile che un provocatore simile, praticamente quasi un bullo, possa essere ben visto dagli altri membri del G7 è difficile comprenderlo, ed è abbastanza logico che il malcontento degli altri Paesi venga riassunto sui media, diplomaticamente, con il termine "tensioni".

Il bullo Trump, però, come tutti i bulli che si rispettino, nega ciò che è l'evidenza e parla di fake news.


"Prima del mio arrivo in Francia, notizie false e disgustose indicavano che le relazioni con gli altri 6 paesi del G-7 sono molto tese e che i due giorni degli incontri saranno un disastro. Proprio come stanno cercando di far credere che ci sarà una recessione... vogliono l'economia americana in crisi... qualsiasi cosa per rendere più difficile la mia rielezione. Invece, stiamo avendo ottimi dialoghi con gli altri leader e il nostro Paese, economicamente, sta andando alla grande..."

Basta che Trump ripeta il mantra sopra riportato ancora per qualche altra volta ed è certo che finirà per crederci. Non sarà difficile per Trump e i suoi distratti sostenitori. Il problema, però, è che la realtà, soprattutto economica, dice altro.