Gli Stati Uniti hanno posto le basi per rendere esecutivo l'accordo di pace firmato con i talebani a Doha il 29 febbraio, che comprende il ritiro dei militari americani e Nato dall'Afghanistan, già parzialmente iniziato, entro 14 mesi.

In base a quanto concordato, i talebani hanno deciso di astenersi dagli attacchi e di non consentire ad al-Qaeda o a qualsiasi altro gruppo estremista di operare nelle aree da loro controllate.

In base all'accordo di Doha, da 12.000, entro metà luglio dovranno ridursi a 8.600 i militari Usa presenti in Afghanistan, che dal 2001 ad oggi hanno registrato un bilancio pesante nel numero dei caduti del conflitto, arrivato a 2.400.

La situazione in Afghanistan è quindi in via di soluzione? Per nulla.

Infatti, mentre lunedì il presidente afghano Ashraf Ghani prestava giuramento per il suo secondo mandato, la cerimonia è stata interrotta in seguito ad un attacco missilistico e il suo rivale Abdullah Abdullah, che rivendica lo stesso incarico (!!!), teneva a sua volta una cerimonia per celebrare l'inizio mandato, mandando in fumo le trattative in corso tra entrambe le fazioni per evitare l'impasse conseguente alle contestate elezioni del settembre scorso, di cui entrambi si sono dichiarati vincitori pretendendo ciascuno la guida del Paese.

Lo stallo attuale, se non verrà trovata al più presto una soluzione, rischia di far saltare l'accordo di pace tra i talebani e Washington.