Covid al 13 giugno: continua la lenta, lentissima, decrescita del contagio
346 i nuovi casi di Covid al 13 giugno, come sempre per la maggior parte registrati in Lombaardia, con il numero totale delle persone che hanno contratto il virus che ha raggiunto le 236.651.
Gli attualmente positivi sono 27.485, con una decrescita di 1.512 rispetto a ieri: 16.785 sono in Lombardia, 2.820 in Piemonte, 1.727 in Emilia-Romagna, 778 in Veneto, 502 in Toscana, 244 in Liguria, 1.357 nel Lazio, 677 nelle Marche, 337 in Campania, 422 in Puglia, 70 nella Provincia autonoma di Trento, 842 in Sicilia, 105 in Friuli Venezia Giulia, 509 in Abruzzo, 95 nella Provincia autonoma di Bolzano, 21 in Umbria, 34 in Sardegna, 7 in Valle d’Aosta, 45 in Calabria, 97 in Molise e 11 in Basilicata.
Tra i positivi, 220 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 7 pazienti rispetto all'ultimo dato, 3.747 persone sono i ricoverati con sintomi, con un decremento di 146 rispetto a ieri, mentre 23.518 persone sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Il numero complessivo di dimessi e guariti sale invece a 174.865, con un incremento di 1.780 rispetto a venerdì.
Rispetto a ieri i deceduti sono 55 e portano il totale a 34.301, ma va anche ricordato che nel numero totale sono conteggiati anche 23 decessi comunicati dalla Regione Lazio ma riferiti ai mesi di marzo e aprile.
Quest'oggi, agli Stati Generali, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dichiarato "insieme ai ministri della Salute di Germania, Francia e Olanda, dopo aver lanciato nei giorni scorsi l’alleanza per il vaccino", di aver "sottoscritto un contratto con Astrazeneca per l’approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi da destinare a tutta la popolazione europea".
Di seguito l'analisi dei dati del contagio relativa al periodo 1-7 giugno 2020, successivo alla seconda fase di riapertura avvenuta il 18 maggio 2020, pubblicata dal ministero della Salute.
Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero tra la prima e la seconda fase di riapertura (tra l’11 e il 25 maggio 2020).Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità. Si osserva una generale diminuzione nel numero di casi ed una assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali.Persistono, in alcune realtà regionali, un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevati seppur in diminuzione. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante.In quasi tutta la Penisola, inoltre, sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio. Tale riscontro, che in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, evidenzia tuttavia come l’epidemia in Italia di COVID-19 non sia conclusa.È essenziale mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di testing-tracing-tracking in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia.È anche fondamentale mantenere elevata la consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico.ConclusioniLe misure di lock-down in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/PPAA. La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente al periodo tra la prima e la seconda fase di transizione, è complessivamente positiva.Permangono segnali di trasmissione con nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio e con possibile insorgenza di focolai. Questo descrive una situazione ancora epidemiologicamente fluida che richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico.