Il 4 aprile 2025, nell’ambito de La STAGIONE DIVERSA di IMBONATI11 Art Hub, va in scena lo spettacolo "Radici", scritto e interpretato da Antonio Anzilotti De Nitto. Questo evento si distingue non solo per la qualità dell’esecuzione, ma anche per la tematica affrontata, che si concentra sulla “diversità” attraverso un prisma di esperienze storiche dolorose e contemporanee. L’opera riesce a evocare emozioni profonde, portando il pubblico in un viaggio interiore e collettivo.
"Radici" si discosta dalle narrazioni tradizionali sull'argomento della diversità, attingendo a un punto di vista estremo che riflette un’epoca in cui le differenze erano spesso oggetto di ghettizzazione, deportazione e sterminio. Attraverso tre monologhi, l’autore ci presenta le vite intrecciate di tre uomini, che, pur appartenendo a contesti differenti, condividono una storia di solitudine e ricerca di identità. Questa scelta narrativa non è solo audace, ma è anche intrisa di una forte carica emotiva, che invita gli spettatori a riflettere sulle proprie percezioni del diverso.
La figura al centro della narrazione è quella di un uomo che si racconta senza vergogna. La sua autenticità emerge come uno dei temi portanti dello spettacolo: un pugile originale, dotato di un talento raro e una vitalità travolgente, simboleggia la lotta contro le convenzioni sociali e le aspettative. La sua storia di ribellione diventa così una metafora potente per tutte le individui che si sono sentiti emarginati o costretti a nascondere la propria essenza. Il pugilato, con la sua carica di furore e passione, rappresenta il confronto diretto con le avversità della vita, rendendo la sua vicenda un campione di resilienza.
Accanto a lui, un ragazzo stanco di affrontare la solitudine. La sua figura incarna un altro aspetto della diversità: la ricerca di connessione umana in un mondo che spesso sembra indifferente. Il suo desiderio di essere visto, ascoltato e accettato risuona potentemente nel cuore del pubblico, creando un legame immediato e profondo. In un’epoca in cui le relazioni sono mediati da schermi e social media, questo richiamo alla vulnerabilità e all’autenticità è più rilevante che mai.
La struttura monologante dell'opera permette al pubblico di entrare nei pensieri e nei sentimenti dei protagonisti in maniera intima e diretta. Ogni monologo è costruito con una cura maniacale per il linguaggio, ricco di metafore e immagini evocative che trasportano lo spettatore in una dimensione riflessiva. Le parole di Antonio Anzilotti De Nitto danzano sulla scena, creando un’atmosfera densa di significato e poesia.
Un aspetto che rende "Radici" particolarmente affascinante è la capacità di Anzilotti De Nitto di intrecciare elementi autobiografici con riferimenti storici. Questo approccio offre una prospettiva unica e complessa sulla diversità, richiamando alla mente i grandi eventi del passato — le guerre, le persecuzioni, le lotte per i diritti civili — per poi riportare il discorso ai giorni nostri. In questo modo, la storia diventa un ponte tra il passato e il presente, invitando il pubblico a non dimenticare la lezione della storia.
La già citata vittoria di numerosi premi, come il Miglior Attore al Festival Palco Errante e la Menzione Speciale al Roma Fringe Festival, testimoniano l’impatto di "Radici" non solo sul piano artistico, ma anche su quello sociale e culturale. La critica ha accolto l’opera con entusiasmo, riconoscendo in essa un valore di merito storico e culturale che va oltre il semplice intrattenimento. Questi riconoscimenti non fanno che sottolineare come il teatro possa – e debba – affrontare tematiche scomode e provocatorie.
Parlando della figura di Antonio Anzilotti De Nitto, non si può non menzionare il suo background multidisciplinare, con una formazione in psicologia che arricchisce la sua visione artistica. Questa combinazione di competenze rende il suo lavoro ancora più incisivo, poiché riesce a scoprire e comunicare la complessità delle emozioni umane. La sua esperienza con il monologo "Cambiare colore costa troppo", vincitore di premi prestigiosi, è la prova della sua abilità nel trasmettere messaggi profondi attraverso la parola teatrale.
In "Radici", Anzilotti De Nitto non si ferma a una semplice rappresentazione; piuttosto, si impegna in un autentico dialogo con il pubblico, stimolando una riflessione profonda sulle tematiche della memoria, dell’identità e della diversità. La sua capacità di evocare fragilità umane e, al contempo, di celebrare la Vita in tutte le sue sfaccettature, lo pone come uno dei più interessanti autori e attori contemporanei.
Inoltre, la produzione dell’opera è caratterizzata da una professionalità notevole. Lavorando con un team di artisti esperti nel campo della scenografia, dell’illuminazione e del suono, "Radici" riesce a creare un’atmosfera coinvolgente che completa l’esperienza narrativa. Ogni elemento scenico è pensato per esaltare le emozioni suscitate dai monologhi, contribuendo a rendere il tutto un percorso immersivo e multisensoriale.
Il pubblico, pertanto, non assiste semplicemente a uno spettacolo, ma viene invitato a partecipare a un viaggio emotivo che sfida le proprie convinzioni e pregiudizi. L’opera, attraverso la sua forza narrativa e la sua attualità, diventa un mezzo di risveglio e consapevolezza, spingendo verso un dialogo necessario sulla diversità e sull’inclusione.
"Radici" di Antonio Anzilotti De Nitto si presenta come un’opera fondamentale nel panorama teatrale contemporaneo. La sua capacità di trattare temi complessi con delicatezza ed effervescenza porta il teatro a svolgere un ruolo cruciale nella società, fungendo da specchio e al contempo da guida. Questa produzione è un invito a confrontarsi con le nostre radici e ad abbracciare ciò che ci rende unici, celebrando la diversità come un valore imprescindibile nella nostra vita comune. La visione limpida e profonda di Anzilotti De Nitto è un faro per tutti coloro che cercano di capire il mondo che li circonda e il posto che vi occupano.
*_©Angelo Antonio Messina