Il dietrofront della Borgonzoni che resta in Senato e non va alla Regione
Lucia Borgonzoni ha portato a casa oltre il 43% delle preferenze degli elettori, ma non è riuscita a far crollare il dominio rosso in Emilia Romagna, arrendendosi per quasi 8 punti a Stefano Bonaccini. Nonostante ciò, la candidata della Lega non ci sta ad apparire solo come una meteora lanciata da Matteo Salvini ed è pronta ad impegnarsi anima e corpo in Regione. Tanto che ha avanzato la richiesta di dimettersi da senatrice in modo da andare a guidare l'opposizione nel consiglio regionale emiliano-romagnolo.«Il ruolo di Lucia lo decideremo insieme», ha dichiarato Salvini nella conferenza stampa bolognese. «Lei mi ha espresso il desiderio di rimanere qua - ha aggiunto - di mollare il Parlamento per stare insieme alla sua gente. Farò le mie valutazioni, mi riservo la possibilità di decidere io. Vi diremo venerdì 31 gennaio cosa succederà».
Questo è quello che il 27 gennaio scriveva Libero.
Oggi, Matteo Salvini ha deciso che Lucia Borgonzoni deve tornare a Roma, nonostante durante la campagna elettorale avesse ribadito più volte la volontà di guidare l'opposizione in Regione se non avesse vinto, dopo aver dichiarato che si sarebbe dimessa dal Senato, sia in caso di vittoria, che in caso di sconfitta.
Così non è stato e non poteva essere altrimenti, visto che dal Senato avrebbe potuto dimettersi con comodo ed in qualunque momento già mentre la campagna elettorale era in corso!
Questo, ad ulteriore dimostrazione che i due presunti liberatori di Bibbiano, dell'Emilia e della Romagna - Salvini e Borgonzoni - erano due parvenus che, tra una citofonata e l'altra, hanno sfruttato quelle elezioni amministrative con l'unico scopo di far cadere il governo e non certo per dare una buona amministrazione a quella regione.
Una perfetta dimostrazione di chi siano in realtà Salvini e Borgonzoni.