Per esprimere l'immensa soddisfazione per aver visto la propria squadra andare in vantaggio, il "cholo" Simeone, allenatore dell'Atletico Madrid, non ha saputo trovare niente di meglio che portarsi le mani all'inguine ed inarcare contemporaneamente la schiena per meglio urlare a squarciagola alla tribuna alle sue spalle, verso cui si era rivolto, chissà che cosa, ma probabilmente parole comunque irriferibili.

Un "aplomb", quello di Simeone, che ormai è caratteristica del personaggio e che non appare possa essere scalfito neppure dalla mostruosa cifra del suo contratto che lo legherà all'Atletico anche per i prossimi anni.  È colpa della sua innata "garra", la stessa che è riuscito a trasmettere alla squadra, insieme ad un altro fondamentale insegnamento che, una volta, era la strada maestra per i "pedatori" nostrani: primo, non subire reti.

Non prenderle è sempre stata la principale caratteristica dell'Atletico, insieme a quella di non far giocare gli avversari, tentando poi di colpirli in contropiede.

La partita di andata degli ottavi di Champions, che ha visto di fronte al Wanda Metropolitano Atletico e Juventus, può essere tranquillamente  riassunta nelle brevi considerazioni sopra riportate.

Il tabellino del match mostra una serie di dati simili tra le due squadre, se si eccettua però il possesso palla, nettamente a favore dei bianconeri. Possesso palla che in questi casi si definisce sterile, perché i madrileni hanno vinto per 2-0, rischiando poco nel primo tempo e quasi nulla nella ripresa.

E se si vanno a vedere le azioni più pericolose durante tutti i 90 minuti, il risultato dell'Atletico non è certo rubato, anche se ottenuto più ricorrendo alla voglia e alla rabbia che al gioco, nonostante i "materassai" madrileni abbiano tra le loro fila giocatori non solo rapidi, ma anche estremamente tecnici.

Un 2-0 inoltre, proprio per le caratteristiche dell'Atletico, difficilmente recuperabile a Torino, tanto che a questo punto la qualificazione ai quarti di finale per i bianconeri appare ben più che problematica.

Altro che "triplete". Dopo la Coppa Italia, adesso la Juve rischia di uscire anche dalla Champions... nonostante Cristiano Ronaldo!

Una sconfitta, quella subita ieri sera dai bianconeri, anche dal punto di vista economico: il passaggio ai quarti di finale vale, in base ai premi Uefa, almeno 10,5 milioni di euro. Così, anche la Borsa ha punito la Juventus, il cui titolo, dopo aver quasi raggiunto i massimi storici, questa mattina ha aperto in calo del 10%.