Come ci ricordano alcuni programmi di successo come quelli di Carlo Lucarelli, in Italia sono molti i misteri ancora insoluti: dai diari di Mussolini all'attentato a Wojtila, il caso Gelli, il caso Moro, Ustica, e via dicendo. Ancora oggi, tutto è avvolto nel buio, e senza risposta. Diritto alla trasparenza e liceità delle informazioni: un regolamento legislativo, quasi mai rispettato.

Ma anche oltreoceano, gli Stati Uniti che vantano una costituzione in diretta concorrenza con la nostra, come idea teorica di libertà di opinione e informazione, i misteri di Stato abbondano.

Dalla guerra di secessione, all'assassinio di Lincoln per arrivare ai giorni nostri con l'11 settembre e la guerra in Iraq, senza dimenticare Pearl Harbor e l'assassinio di Kennedy... sembrano svelarci una commedia trita e ritrita, ripetuta all'infinito, in una sceneggiatura statica, ferma nel tempo, nei secoli.

Clinton desecretò alcuni documenti che hanno fatto un po' di luce in più sui segreti del caso Kennedy... non sull'assassinio in sé, ma sulle motivazioni e i mandanti di certo. Forse si è distratto, perché i presidenti Usa, al di là delle dichiarazioni pre-elettorali nel voler far chiarezza sulle ombre del passato, continuano a dimenticarsi delle promesse fatte... una volta eletti. Bush, Obama, Trump... per ultimo Biden, con un'aggiunta: l'aver applicato con cura, oltreoceano, il linguaggio del politichese di cui l'Italia è da sempre ai vertici, per rimandare o non attuare le promesse di desecretazione o rivelazione dei casi clou americani ancora avvolti nel mistero. 

Biden fa scandalo e fa indignare i cittadini statunitensi per il suo atteggiamento sulla desecretazione dei "Kennedy files".