Esce oggi in America il film "Sound of Freedom"
Partiamo da una premessa talmente elementare che può anche apparire come banale: qualsiasi persona decente e sana di mente si troverà sempre dalla parte della difesa e della tutela dei bambini da violenze di qualunque genere. Poiché viviamo ormai nell’ennesimo “secol superbo e sciocco” che vuol ignorare i punti fermi a favore di ipotetiche, quanto false o immaginarie, “verità soggettive” (il “vero per me”), questa premessa dev’essere, allora, la chiave di volta da cui iniziare. Inoltre, coloro i quali perpetrano crimini sui bambini appartengono ad una genia di mostri che una persona sana ha difficoltà anche ad immaginare e questo, tragicamente, è sempre il vantaggio che il mostro ha sulla persona morale.
Quello della difesa dei più deboli è un punto che divide, con chiarezza, gli esseri umani dalle belve – curioso che, negli ultimi decenni, vi sia invece una tendenza generalista a sdrammatizzare il mostro e persino a cancellarne la categoria assorbendola tra i profili della socialità.
Nel 2018 il regista Alejandro Monteverde termina di montare il film Sound of Freedom con, tra gli altri, il noto attore hollywoodiano Jim Caviezel e lo vende alla 21st Century Fox. Il film è ispirato al personaggio reale di Tim Ballard, un ex agente speciale del Department of Homeland Security che ha dedicato la sua vita a combattere il traffico di bambini in America Latina.
L’intenzione dei produttori è proprio quella di attirare l’attenzione del pubblico su un tema così pesante ed importante come quello della violenza e dello sfruttamento sessuale dei minori. Eventi, ad esempio, come le violenze su minori avvenute sulla cosiddetta “isola degli orrori” di Jeffrey Epstein non rappresentano un fatto isolato, ma sono un pericoloso trend a livello delle cosiddette “elite” contemporanee come dimostra, per l’appunto, la cerchia di conoscenze del pedofilo morto in circostanze misteriose. È qui importante osservare che, sul caso Epstein, nonostante coraggiosi articoli come il reportage di Khadeeja Safdar, L’agenda privata di Epstein rivela nomi importanti, tra cui il capo della CIA e il miglior avvocato di Goldman, apparso sul Wall Street Journal del 30 aprile 2023, in cui si rivelano dettagli scomodi sulle relazioni di Jeffrey Epstein con personalità quali i Clinton, Trump, Bill Gates, Noam Chomsky, Woody Allen ed altri meno noti in Italia appartenenti alla Casa Bianca, ai servizi segreti americani, ad università quali Harvard, ed a grosse banche d’investimento, non sia ancora stato emesso nessun mandato di cattura o di comparizione per coloro nominati da testimoni, verbali, sedute d’incontri, etc. Un elemento a dir poco preoccupante.
Gli autori Dylan Howard, Melissa Cronin e James Robertson, nel libro Epstein: Dead Men Tell No Tales (Epstein: i morti non parlano, 2019) hanno anche scoperto che, nel 2006, Epstein ha ospitato il tanto osannato Stephen Hawking ad una conferenza al Ritz-Carlton di St. Thomas e, in seguito, gli ospiti sono stati trasportati nell’isola del miliardario per un barbecue ed un tour in un sottomarino attrezzato, in quell’occasione, per ospitare il coccolato accademico. Quanti sono i falsi idoli della nostra epoca...
Il film Sound of Freedom, in uscita nelle sale americane il 4 luglio 2023, la data in cui gli Stati Uniti celebrano la loro indipendenza, utilizza il compleanno della nazione per provare ad aumentare la consapevolezza pubblica contro la rete criminale internazionale in più rapida crescita al momento, ossia quella della pedofilia! Per far capire la portata di questa tragedia basta ricordare, come nella scena di chiusura del film, che il traffico di bambini genera, al momento, la cifra di oltre 150 miliardi di dollari l’anno! Per avere un’idea su questo giro d’affari criminale ed inumano basta osservare che, nella stagione 2021/22, i “cinque grandi” campionati di calcio europei hanno generato un fatturato aggregato di 17,2 miliardi di euro, poco più di un decimo della cifra ottenuta dai trafficanti di bambini! Non dovrebbe esser questo un argomento con cui aprire tutti i telegiornali, tutti i giorni, fino a quando questa piaga non venga debellata? È questo quello che avviene, oppure i media generalisti sono indaffarati in altre faccende e beghe loro?
Su un tema di tale gravità come quello degli abusi sui bambini ci si aspetta che tutti si trovino d’accordo e tutti vogliano provare a far qualcosa in difesa dell’infanzia violata. Altro errore. Non è purtroppo così. È sì vero, come si diceva nella premessa, che le persone morali stanno sempre dalla parte dei più deboli, ma non quelle che morali non sono. Anche in questo caso la nostra epoca ci costringe a reiterare l’ovvio.
Alcuni avranno già notato che il film Sound of Freedom è stato terminato e venduto alla 21st Century Fox già cinque anni fa, come mai lo si vedrà allora uscire in un numero limitato di sale cinematografiche e, al momento, solo negli Stati Uniti? È presto detto: il 27 luglio del 2018 la 21st Century Fox è stata acquisita dalla Walt Disney Pictures la quale ha semplicemente archiviato il film senza neanche provare a distribuirlo nelle sale cinematografiche. Operazione curiosa, non vi pare? Da una parte la Disney si imbarca in altisonanti progetti per proporre una maggior rappresentazione di soggetti e stili di vita che si identificano in una macedonia di lettere, segni e numeri (al momento: LGTBQIA2S+) ma, dall’altra parte, rimuove dalla pubblica attenzione un film basato su una storia vera, su violenze gravissime e disumane perpetrate contro i bambini. Non sembra strano?
I produttori del film, il regista ed il protagonista Jim Caviezel, hanno passato anni per ottenere i diritti di distribuzione dalla Disney e poter finalmente portare il film nelle sale. Il loro impegno proviene anche dalle loro profonde convinzioni etico-religiose. Il cast di questo film è giustamente convinto dell’importanza di questa pellicola nella sensibilizzazione sul tema del traffico di bambini al punto da offrire un biglietto gratuito per coloro che non possono permettersi di vederlo a spese proprie. È già curioso che un crimine così vasto e così orrendo non sia già di dominio pubblico. Quando i produttori di Sound of Freedom hanno proposto la loro pellicola a Netflix ed Amazon per lo streaming, anche questi colossi dell’intrattenimento hanno rifiutato di diffondere il film. Come si spiegano tutte queste porte chiuse se non tornando al tema di una radicale amoralità delle classi dominanti? Di gente che parla di guerra come se fosse pace, di violenza come se fosse giustizia, di censura come se fosse libertà.
È terribile che il XXI secolo, un’epoca che speravamo avrebbe portato pace ed una maggior unità tra gli esseri umani, ridesti invece la guerra, la violenza, lo squallore dell’ideologia e della divisione, mentre le atrocità commesse su centinaia di migliaia di bambini ogni anno vengono considerate come un argomento poco rilevante mentre, allo stesso tempo, qualunque delirio viene proposto come il più importante dei temi e, purtroppo, anche delle verità.