Non è ben chiaro a chi si riferisca il cardinale Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, in relazione agli attacchi di cui sarebbe stato vittima a seguito della pubblicazione a quattro mani con il papa emerito Benedetto XVI di un libro in cui si oppone alla possibile (ri)ammissione di preti sposati nella Chiesa cattolica.

Secondo i suoi "diffamatori", Sarah avrebbe scritto il suo libro a favore del celibato autonomamente, coinvolgendo Benedetto XVI nell'iniziativa quasi a sua insaputa. "Queste sono diffamazioni di una gravità eccezionale", ha scritto sui twitter Sarah, pubblicando le foto delle lettere che ha scambiato con Ratzinger a dimostrazione della  consapevole collaborazione di quest'ultimo nell'iniziativa editoriale, insieme alla seguente nota...


Per non smentire la sua personalissima interpretazione dell'etica che dovrebbe accompagnare l'attività di giornalista, l'ultra tradizionalista cattolico Antonio Socci ha subito pensato di dover accusare papa Francesco di essere responsabile delle diffamazioni di cui parla Sarah, con questa affermazione... 


Purtroppo per Socci ed anche per coloro che pensano che la Chiesa debba rivedere la propria posizione sul celibato dei preti, la linea ufficiale del Vaticano su questa vicenda è del tutto diversa, come dimostra l'editoriale di Andrea Tornielli - dal titolo "Un contributo sul celibato sacerdotale in filiale obbedienza al Papa" - pubblicato sul sito che diffonde le news della Santa Sede.

Di seguito si riportano gli ultimi due paragrafi:Nell’ottobre 2019 si è celebrato il Sinodo sull’Amazzonia e il tema è stato dibattuto. Come si evince dal documento finale, ci sono stati vescovi che hanno chiesto la possibilità di ordinare sacerdoti diaconi permanenti sposati. Colpisce però che il 26 ottobre, nel suo discorso conclusivo il Papa, dopo aver seguito in aula tutte le fasi degli interventi e della discussione, non abbia menzionato in alcun modo il tema dell’ordinazione di uomini sposati, neanche di sfuggita. Ha invece ricordato le quattro dimensioni del Sinodo: quella relativa all’inculturazione, quella ecologica, quella sociale e infine la dimensione pastorale, che «le include tutte». In quello stesso discorso, il Pontefice ha parlato della creatività nei nuovi ministeri e del ruolo della donna e riferendosi alla scarsità di clero in certe zone di missione, ha ricordato che ci sono tanti sacerdoti di un Paese che sono andati nel primo mondo - Stati Uniti ed Europa - «e non ce ne sono per inviarli alla zona amazzonica di quello stesso Paese».Significativo infine, anche il fatto che Francesco, ringraziando i media, in quella stessa occasione abbia chiesto loro, nel diffondere il documento finale, di soffermarsi soprattutto sulle diagnosi, «che è la parte dove davvero il Sinodo si è espresso meglio»: la diagnosi culturale, la diagnosi sociale, la diagnosi pastorale e la diagnosi ecologica. Un punto, questo, sottolineato anche dal direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, nel comunicato di risposta alle domande dei giornalisti sulla questione. Il Papa invitava a non cadere nel pericolo di soffermarsi «sul vedere che cosa hanno deciso in quella questione disciplinare, che cosa hanno deciso in quell’altra, quale partito ha vinto e quale ha perso».


L'articolo di Tornielli è accompagnato anche da un altro articolo in cui si ricordano le decisioni del Vaticano II sul celibato dei preti: Questo sacro Sinodo prega perciò i sacerdoti -  e non solo essi, ma anche tutti i fedeli - di avere a cuore il dono prezioso del celibato sacerdotale, e di supplicare tutti Iddio affinché lo conceda sempre abbondantemente alla sua Chiesa.

A questo punto, il contributo di Sarah e Ratzinger sul celibato sacerdotale è da considerarsi, come ha scritto Tornielli, "in filiale obbedienza al Papa".