Il timore che la situazione esplosiva in Libia prima o poi sarebbe sfociata in guerra civile si è concretizzato. Gli effetti si sono subito fatti sentire sul mercato del petrolio, visto che quello africano è uno dei paesi chiave nel settore dell'astrazione del greggio (e non solo).

Il prezzo di Brent e WTI è immediatamente schizzato verso l'alto, con il Brent salito fin oltre i 70 dollari al barile, ai massimi da gennio 2019, mentre il WTI ha raggiunto i 63.5 dollari.

Il prezzo del petrolio è tornato ad essere influenzato con evidenza da fattori di carattere geopolitico. Lo scoppio della guerra civile in Libia infatti ha innescato un repentino aumento delle quotazioni di oro nero.

Con la morte di Gheddafi si è avuta la dissoluzione della Libia che ha portato alla formazione di due regioni politiche distinte: Tripolitania e Cirenaica.

La prima è quella riconosciuta dall'Italia, sotto il controllo - si fa per dire - del premier Fayez al-Sarraj. L’altra è quella orientale, controllata dal generale Khalifa Haftar, supportato dalla Francia di Macron. A rendere la situazione ancor più complicata, ci sono poi aree di entrambi i territori sotto il controllo di vari signori della guerra che dispongono di bande armate che non riconoscono e non rispondono ad alcuna autorità esterna.

La situazione in Libia si è aggravata a partire da giovedì 4 aprile, quando le Forze di Haftar hanno iniziato l’avanzata verso Tripoli con lo scopo di riunificare la libia sotto il suo controllo.