"Adesso tutto lo sforzo bellico dei russi è concentrato sul Donbass", ha detto il consigliere del ministero degli interni ucraino, Vadym Denisenko, aggiungendo che la situazione è molto tesa perché 25 gruppi tattici di battagionerussi stanno tentando di circondare le forze ucraine.

Nelle ultime ore sono stati registrati bombardamenti in più di 40 città negli oblast di Donetsk e Luhansk. In quest'ultimo la Russia ha attaccato da tre lati le forze ucraine che resistono nella città di Sievierdonetsk e nella sua gemella, Lysychansk. Nel caso cadessero, l'intera regione di Luhansk finirebbe sotto il controllo di Mosca.

Così a Davos, ieri il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha attaccato duramente la Nato accusandola di non fornire le armi necessarie a Kiev per fronteggiare l'invasione russa. 

Parole rafforzate successivamente dal presidente Zelensky che ieri sera, dopo aver fatto presente che i russi stanno avanzando nell'Ucraina orientale,  ha dichiarato:

"Abbiamo ancora bisogno dell'aiuto dei partner, in particolare delle armi per l'Ucraina. Un aiuto completo, senza eccezioni, senza restrizioni, è sufficiente per vincere.  ... Il mondo non era pronto per il coraggio ucraino. Per il coraggio di tutto il nostro popolo che non è inferiore alla Russia e continua a difendere il nostro Stato".

Lunedì scorso, in remoto, oltre 40 Paesi che supportano l'Ucraina si sono riuniti per accordarsi sul sostegno militare da continuare ad offrire alla resistenza, ritrovandosi ad un mese dal precedente incontro che si era svolto a Ramstein in Germania.

A seguito di quella riunione, cui hanno partecipato anche rappresentanti di Kiev, Zelensky si era detto soddisfatto dell'appoggio (anche militare) finora ricevuto dall'Ucraina. Evidentemente, però, non tutto era stato definito e/o comunicato.

Comunicazione che deve essere giunta ieri e dove si deve esser fatto presente che a Kiev non saranno inviati né carri armati di fabbricazione occidentale, né aerei, secondo quanto pubblicato dai media tedeschi.

Inoltre Israele continua a rifiutare gli inviti degli Stati Uniti a consentire l'invio di missili all'Ucraina. La Germania vorrebbe inviare missili anticarro Spike a Kiev. Sono missili fabbricati in Germania, ma utilizzando tecnologia israeliana, su licenza israeliana. Tel Aviv, che fin dall'inizio dell'invasione russa ha annunciato la propria neutralità nel conflitto, si oppone all'invio di tali missili. I rapporti tra Israele e Putin sono ottimi e lo Stato ebraico non vuole alterarli, almeno finché gli verrà consentito, da parte di Mosca, di bombardare le basi iraniane in Siria.

In una intervista ad un giornale polacco, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, questa mattina ha dichiarato che la guerra tra Russia e Ucraina si è trasformata in una "guerra di logoramento" e nessuno può prevedere con certezza come e quando finirà, aggiungendo che l'Alleanza atlantica continuerà a sostener l'Ucraina, badando però a prevenire un'escalation della guerra. 

Evidentemente - e qui si entra nel campo delle supposizioni - nella telefonata tra i ministri della Difesa americano e russo della scorsa settimana, i due devono aver fissato dei paletti in relazione a quali tipi di armi i Paesi Nato potranno inviare agli ucraini.

Ma il problema è però evidente e si paleserà nel caso in cui gli ucraini non dovessero più essere in grado di fronteggiare l'avanzata di Mosca. A quel punto la Nato e altri Paesi dovranno decidere se inviare le nuove armi che adesso si stanno rifiutando di inviare oppure consentire a Mosca di prendersi tutta l'Ucraina, a meno che, nel gioco delle parti, non ci sia un accordo segreto che permetta a Putin di prendersi tutto il Donbass per poi far tacere le armi e sedersi al tavolo delle trattative... anche se è difficile che Zelensky accetti di farsi giocare in questo modo.

Quindi, a logica, prima o poi si arriverà a quella escalation che Stoltenberg dice di voler evitare e, a quel punto, si tratterà solo di lanciare in aria i dadi e sperare che il numero che verrà fuori sia quello buono, altrimenti avrà inizio un conflitto che riguarderà anche i Paesi a sostegno dell'Ucraina... con tutte le conseguenze del caso.

Questo l'ultimo bollettino fornito dallo Stato maggiore della Difesa ucraina con le perdite russe dal 24 febbraio: 29.600 soldati (+150), 1.315 carri armati (+10), 3.235 veicoli blindati (+22), 2.225 veicoli e serbatoi di carburante (+8), 617 pezzi di artiglieria (+11), 201 sistemi di lancio multiplo di razzi, 93 missili terra-aria, 170 elicotteri, 206 aeroplani, 502 droni  (+11) e 13 imbarcazioni.