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Jimi Hendricks, di Seattle, era figlio di divorziati, ma non ruppe mai con la famiglia, per quanto possibile. Dopo l'esperienza nei marines, si diede alla musica, seguendo le nuove correnti. Finì per svilupparne una tutta sua, pur perdendo molto tempo a fare e disfare band e a seminare figli in giro per il mondo. Amava un abbigliamento originale e ipercolorato, adatto alla sua pelle bruna. Qualcuno ne parla come di una persona gentile e disponibile. Le interviste e alcune lettere lo confermerebbero. A Woodstock non si ritenne sminuito per il fatto di cantare per ultimo, a palco semismontato e spettatori in libera uscita o addormentati. Si dice però che con le ragazze fosse un po’ violento, a volte. Amante dell'Inghilterra, fu legato per un certo tempo a una dolce inglesina, che durante una lite ruppe un piatto e lo lasciò “ a ramazzare i cocci”, come Jimi raccontò. In ogni modo, fu proprio quel paese a dargli il successo, visto che negli USA non fu particolarmente apprezzato; aderì alla causa "black", ma tiepidamente, scontentando tutti.

Morì a Londra, dopo un malore da overdose di tutto un po', rinvenuto da una sua partner. Anche qui, interrogativi, reticenze e poi, pazienza: si accreditò la storia del solito divo sregolato.

Jimi impersona il chitarrista rock per eccellenza, virtuoso ai limiti , che spacca e incendia le chitarre. Rimane molto amato, artisticamente, soprattutto da un pubblico maschile oggi sempre più anziano.

Lasciò una specie di “vedova”, la bellissima groupie* newyorchese Devon, che gli sopravvisse di poco.

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Difficile per una donna fare la leader di una band di uomini, ma Janis pare fosse piuttosto esigente.

Janis Joplin rimane un personaggio quantomeno scomodo, perfino secondo i criteri della beat generation o del flower power *: nessuna dolcezza né pacifismi o frasi del tipo “facciamo l’amore e non la guerra”.

Proveniva dal duro Texas e da una cittadina bigotta e perbenista. Cicciottella e non particolarmente carina da infilarsi tra le majorettes o competere per miss liceo, sempre incazzata nera, rappresentava un tormento per i suoi apprensivi i genitori e per quelli altrui.

Aveva adottato uno stile disordinato e anarchico. Voce arrochita,  linguaggio sboccato, un debole per i vestiti dai colori sgargianti,  piena di monili, cantava agitando la chioma crespa. Si ispirava alle cantanti black, a Bessie Smith, a un certo stile blues, ma molto adattato al suo gusto. Molte cantanti in seguito si sono a propria volta ispirate a lei, badando a non imitarne gli eccessi.

Janis si vantava delle sue conquiste presso entrambi i sessi, ma non riusciva a mettere in piedi una relazione, mai sazia della dedizione assoluta del partner. Non la ottenne, come neppure vi riuscì con i componenti delle band, che faticavano a starle dietro. Quando, già celebre, tornò in visita alla sua città, fu più o meno evitata da tutti, familiari compresi.
Non si riteneva che fosse particolarmente affezionata alle droghe pesanti, ma di quelle morì, sola, in una stanza d’albergo. 

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 Jim e Pamela, nel 1971,  si spostarono a Parigi, città molto amata da lui, che entrò in un giro di cineasti, come Agnés Varda, girando qualche prova di film d'avanguardia. Ovvio, si era introdotto anche in altri tipi di compagnie, più losche. Pare che a contattare gli spacciatori fosse soprattutto Pamela.

La coppia prese un’ appartamento in affitto dalla modella Elisabeth Larivière, che li inquadrò come due fricchettoni di lusso, perennemente inzeppati di droga, lei impegnata a fare shopping con i soldi del compagno,  lui a girovagare per la città con un aspetto che “faceva pena e paura”. Il cantante bazzicava ricchi nullafacenti, bistrot e club notturni dove beveva fino allo sfinimento,  sempre attento a informarsi, dai compagni rimasti negli USA, delle vendite dei suoi dischi, che procedevano piuttosto bene.  Tutto fa pensare che, fuori dall'ambiente musicale americano e a contatto con l'amata cultura europea, francese soprattutto, in qualche modo si rilassasse, divenendo anche più disponibile con il pubblico, per gli autografi e tutte quelle incombenze che in patria lo facevano rabbiosamente rivoltare, senza tuttavia riuscire a rinunciare a ciò che foraggiava i suoi vizi.

 

Il 3 luglio 1971 rimane nella leggenda del mito pop per le solite incongruenze, che hanno aperto la strada alle ipotesi più strane.

Pamela dichiarò alla polizia  che, mentre lei dormiva, Jim nel cuore della notte si ficcò nella vasca da bagno, dove lei lo trovò, poco dopo. Alcuni testimoni "risvegliatisi" di recente, allora hippy nottambuli o gestori di locali , forniscono versioni diverse. Affermano  che egli si sentì male in un club dopo un passaggio di roba, ultimo anello di una serie di assunzioni di dosi da cavallo, che diedero il colpo di grazia a un fisico debilitato da alcool a fiumi e sigarette a non finire. I suoi accompagnatori lo avrebbero trasportato a casa, tentando il sistema del  bagno , metodo utilizzato in questi casi per far rinvenire..

Jim Aveva 27 anni: un'età pericolosa, per le rock star.

Uscì un certificato medico, basato sulla testimonianza di Pam e le dichiarazioni della  tranquilla polizia parigina, già poco incline a occuparsi di reati legati a questo genere di cose e a cittadini stranieri. Come causa  della morte si legge: arresto cardiaco. Tutto finì in un lampo e rimase deluso qualche amico che chiese di vedere il corpo, rinchiuso alla svelta nella bara. In cinque lo accompagnarono al cimitero parigino di Père Lachaise, dove riposano molte celebrità amate da Jim. La sua tomba fu in parte rinnovata dai genitori, che fecero porre una targa in greco con la scritta "legato ai suoi demoni". Forse per l'eccesso di visite il sito, recintato per porre un freno agli assalti dei fans, appare in disordine, i fiori ammassati, la lapide un po' franata, biglietti sparsi.  La “vedova” Pam, a detta della madre, rimase sconvolta e oppressa da sensi di colpa: Secondo alcuni, rimasta a secco di entrate, batté addirittura il marciapiede per procurarsi la roba. Morì di overdose nel 1974 e di più non è dato ufficialmente di sapere.

Con queste premesse era inevitabile che qualcuno alludesse ai misteri di quella scomparsa. Hopkins e Sugerman, i  più famosi biografi di Morrison , hanno scritto una doppia versione della storia, alludendo ad un allontanamento volontario per rifarsi una vita lontano dalle tentazioni del rock . Jacques Rochard ha fatto di più: ha scritto un libro dove sostiene di aver incontrato Jim, circa nel 1980, e di aver appreso i motivi di questa sparizione.

 Più in generale, da allora si sono diffuse alcune teorie, a proposito di celebrità, o anche solo di effimere star, morte precocemente, in USA e non solo. Si insinua la voce che un "grande fratello" o una cricca di vecchi saggi, che domina il mondo, si incaricherebbe periodicamente di far emergere divi e icone ad uso del popolino, per distrarlo dai problemi reali, provvedendo in seguito a eliminare gli interessati, che sarebbero talora consapevoli del trucco e spie del potere, talaltra allocchi manovrati. Quando uno di loro si accorge della trappola, succede che provi a liberarsene, fingendo la morte.

Riguardo a Jim, abbiamo il commento di Ray Manzarek, secondo cui , se il cantante fosse vivo, avrebbe come minimo battuto cassa a più riprese: pare che i soldi gli piacessero molto.

Il flusso di visite alla “tomba” non cessa.

 

 

 (*1) U.C.L.A.Università di Los Angeles specializzata in studi d'arte e di spettacolo

(*2) Beat generation, letteralmente "Generazione beat", nata durante la guerra o immediatamente dopo, dedita ai nuovi stili musicali (beat) e a rivoluzionare i costumi sociali

(*3) Major, termine con cui si definisce una grande casa di produzione cinematografica o musicale 

(*4) Groupie,  termine slang, con cui si definisce una ragazza che segue le rockstar nei tour ed è sessualmente disponibile