Nell'ultima settimana l'euro ha messo il turbo contro il dollaro, riuscendo a superare di nuovo quota 1,19. La valuta unica ha messo su un guadagno di oltre un punto percentuale nel corso dell'ultima settimana (per la precisione 1,15%), mentre se allarghiamo l'orizzonte temporale al semestre appena passato, la valuta dell'Eurozona ha guadagnato il 6,43% contro il biglietto verde.
Tuttavia, l'ultimo sprint non può fare piacere alla BCE. Infatti, l'istituto centrale - che di recente ha confermato la propria impostazione molto attendista riguardo alla politica monetaria - vede nella valuta troppo forte un grosso pericolo. L'euro che viaggia forte, infatti, rende molto meno competitivi i nostri prodotti rispetto a quelli extra UE, e inoltre costano meno le materie prime e questo fa da stimolo inverso all'inflazione. In sostanza si genera l'effetto opposto a quello che la BCE vorrebbe.
La prudenza di Eutotower, che ha deciso di dimezzare il piano di acquisto titoli a partire dal 1 gennaio, stavolta è parsa quanto mai una mossa azzeccata. L'euro troppo forte infatti rende impossibile procedere a un rialzo dei tassi e anzi suggerisce di guadagnare tempo. Esattamente ciò che ha fatto la BCE. C'è un unico problema però: a distanza di due mesi ci ritroviamo a fare sempre gli stessi discorsi, e a lungo andare il piano di stimoli monetari non sarà un beneficio per l'economia, bensì rischia di tramutarsi in un grosso pericolo.
La sensazione è che, piaccia o non piaccia, la BCE sa che è partito il conto alla rovescia per una manovra più decisamente restrittiva.